La Riello lascia lo stabilimento di Villanova di Cepagatti. È la stessa proprietà, attraverso una nota stampa a spiegare i motivi che hanno portato alla decisione di chiudere il sito del pescarese dove si costruiscono caldaie, provocando la reazione dei lavoratori e dei sindacati. Annunciato un presidio dal 6 settembre. L’azienda attraverso una nota spiega che “a seguito di un’attenta analisi del mercato che si presenta in rapida evoluzione e della competitività delle nostre operazioni, abbiamo deciso di interrompere le attività del nostro stabilimento di Pescara e di concentrarle presso altri impianti con capacità disponibile a Legnago (VR), Volpago del Montello (TV) in Italia, e Torun in Polonia. Questa decisione ha lo scopo ottimizzare i nostri asset industriali e contribuirà a posizionare la nostra azienda per il futuro in un mercato globale sempre più competitivo. Siamo consapevoli dell’impatto di questo progetto sui dipendenti interessati. L’azienda – si conclude nella nota della Riello – si impegna a lavorare a stretto contatto con loro, i loro rappresentanti e le istituzioni in un dialogo attivo per sostenerli durante il progetto”.

La chiusura dello stabilimento comporterà il licenziamento di 71 dipendenti e il trasferimento di 19 tra lavoratori e lavoratrici nei siti di Lecco e Legnano. Una decisione “incomprensibile” e una “scelta scellerata” secondo i sindacati che definiscono la decisione un “fulmine a ciel sereno”. Riello fa capo dal 2015 al gruppo statunitense Carrier che fattura 17,5 miliardi di dollari l’anno e impiega 56mila persone in 160 paesi.

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