Dopo la tregua estiva, dovuta alle vaccinazioni, i contagi giornalieri tornano a salire nel Regno Unito. L’ultimo bollettino segnala 42.076 nuovi casi, circa 2.500 più di giovedì. Il dato non era così alto dallo scorso 19 luglio, ma la tendenza sembra la stessa ormai da qualche giorno. Causa dell’aumento è la variante Delta, più contagiosa, ma influisce sul dato anche il numero più alto di tamponi: ieri erano stati 1 milione, mentre nelle ultime 24 ore se ne sono effettuati 1,15 milioni. Il bilancio dei morti invece è in discesa: dai 178 di ieri ai 121 di oggi, il totale dei ricoveri si stabilizza attorno a quota 7.500. L’impatto generale del virus appare quindi nettamente inferiore rispetto allo scorso autunno, a conferma dell’efficacia dei vaccini.
In Inghilterra la copertura vaccinale è giunta ormai all’80% tra gli over 16 con 2 dosi e a quasi il 90% con una. Proprio in giornata però gli esperti del Jcvi (Joint committee on vaccination and immunization) – che assiste il governo di Boris Johnson sulla campagna anti Covid – ha bocciato la somministrazione per bambini e ragazzi sani fra i 12 e i 15 anni, nonostante l’autorizzazione dalle agenzie del farmaco. Secondo l’organismo, è necessario essere ancora cauti: il rapporto fra costi e benefici è ancora incerto e non bastano le considerazioni di cautela sanitaria generale. Oltretutto la vaccinazione fra i giovanissimi rischierebbe di creare intoppi all’attività scolastica.
Molti tra i più autorevoli accademici britannici nelle ultime settimane avevano già espresso la loro perplessità sull’estensione di massa della campagna vaccinale sotto i 16 anni. Tra loro anche alcuni consiglieri dell’esecutivo. In realtà il governo Johnson finora non aveva mai fatto ipotesi concrete per la vaccinazione dei giovanissimi, ma dopo il via libera di Belgio, Francia, Malta, Germania, Spagna e Italia la questione è tornata in discussione. Il comitato medico-scientifico di Londra però si è schierato chiaramente: in una nota all’esecutivo ha fatto sapere che le due dosi andranno garantite tra i 15 e 12 anni, solo ai soggetti considerati vulnerabili e a maggior rischio di contagio a causa di altre patologie pregresse. Si tratta di circa 200mila fra ragazzi e bambini che avrebbero diagnosi di disfunzioni croniche al cuore, malattie polmonari o del fegato e quindi andrebbero tutelati.
Attualmente gli unici vaccini autorizzati per gli under 16 sono Moderna e Pfizer Biontech. Sebbene rarissimi, i due farmaci potrebbero presentare per i più giovani effetti collaterali gravi, come le miocarditi. Inoltre, “l’insufficienza di evidenze sperimentali” relative all’efficacia del vaccino e l’incidenza limitata del virus, almeno in forma grave, in questa fascia d’età – fanno sapere gli esperti d’Oltremanica – non motivano una somministrazione massiccia.