C’è una Lega a Roma e c’è una Lega nei territori del Nord. C’è il partito di Matteo Salvini che duella con Fratelli d’Italia per la leadership nel centrodestra e c’è la Lega degli amministratori, che duella ogni giorno con i dati del Covid, i ricoveri, i vaccini e i tamponi. Dopo il voto contro il green-pass, uno strappo nei confronti della linea del governo, che ha avuto come teatro una commissione parlamentare, arrivano segnali di dissenso da una parte della base leghista, in controtendenza con le strategie di Salvini.
La presa di posizione più vistosa viene da Trento. Il governatore Maurizio Fugatti è chiaro: “Il Trentino si adegua alle decisioni del Parlamento e del governo. Se non cambierà la legge nazionale, non cambieranno nemmeno i provvedimenti che sono stati adottati sul nostro territorio”. Quindi si va avanti dentro la cornice della politica nazionale, anche in tema di gratuità dei tamponi, che pure è stata chiesta da Salvini. Lo spiega il consigliere provinciale leghista Alessandro Savoi: “Non è solo una questione economica, visto che la gratuità peserebbe sulle casse provinciali, ma anche per una questione di principio. Di gratuito c’è il vaccino, si facciano quello. Perché mai la collettività dovrebbe pagare i tamponi all’insegnante che non si vuole vaccinare?”. Savoi qualche giorno fa aveva espresso una posizione molto dura sul tema dell’obbligatorietà dei vaccini nella scuola: “Io rispetto i dubbi di ciascuno, ma un insegnante è a contatto ogni giorno con dei minori. Io faccio un appello vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi”.
Anche a Bolzano la Lega si esprime per la linea che impone restrizioni a chi non è vaccinato. Inoltre, ha votato assieme a Sudtiroler Volkspartei per i test a pagamento, un modo per indurre la popolazione a vaccinarsi. “Non è facile essere amministratori, cerchiamo di fare il meglio – ha dichiarato l’assessore al Patrimonio Massimo Bessone – L’obiettivo è sconfiggere la pandemia e per farlo occorre vaccinarsi. Io e la mia famiglia, pur avendo avuto il Covid, lo abbiamo fatto per proteggere le tante persone fragili che ci stanno intorno”. Il commissario Giuliano Vettorato, che è anche vicepresidente della giunta provinciale, più diplomaticamente cerca di non prendere del tutto le distanze da Salvini. “Non è vero che siamo distanti dalla linea nazionale, anzi. Siamo sempre stati per misure non coercitive e fino ad un mese fa abbiamo investito tanto sui test gratuiti. É vero che adesso i test sono a pagamento, ma abbiamo fatto la scelta di allinearci alle regole nazionali. Tuttavia non è affatto detto che presto non si torni a proporre test gratuiti. Questa ipotesi potrebbe essere ripresa in considerazione molto presto”.
In Veneto Zaia ha detto da tempo quello che pensa. Infatti i tamponi li fa pagare, per evitare che la gratuità diventasse una scappatoia no-Vax e anche perchè il ricorso ai tamponi da parte dei turisti ha fatto lievitare il numero degli accertamenti quotidiani. Poi a parole si esprime per la libertà di scelta, eppure nei fatti è a favore della prevenzione, al punto da essere finito al centro di attacchi social da parte dei sostenitori della libertà dal vaccino. Qualche settimana fa ha detto: “Io so che nel giorno in cui ho annunciato lo stop alla gratuità dei test abbiamo registrato 8mila prenotazioni per la vaccinazione”.
In questa contraddizione si inseriscono i commenti delle opposizioni alla Lega. Arturo Lorenzoni, portavoce delle minoranze in consiglio regionale: “Dica esplicitamente se sostiene o meno la posizione espressa a livello nazionale”. Il capogruppo dem Giacomo Possamai: “Non è la prima volta che emergono due Leghe nella Lega, la spaccatura interna tra il ‘poliziotto buono Zaia’ e il ‘poliziotto cattivo Salvini‘ è evidente e non mi sembra sia solo un gioco delle parti perché l’elettorato e i dirigenti della Lega sono molto disorientati. Se è solo strategia, mi pare perdente. Non c’è dubbio che ad essere nel giusto, sui test gratuiti come sui vaccini e il Green Pass, sia Zaia: è inaccettabile che i No-Vax si facciano i tamponi a spese della collettività”. Possamai pone un interrogativo: “Mi domando se Zaia abbia la forza per imporre la sua linea a livello nazionale, per imprimere alla Lega il cambiamento”.
Chi sembra avere le idee chiare è il consigliere regionale leghista Marzio Favero, ex sindaco di Montebelluna: “Mi chiedo cosa faremmo di fronte a una nuova ondata di contagi e decessi, perché non possiamo dimenticare cosa hanno vissuto il Veneto e l’Italia da quasi due anni a questa parte. Ora la responsabilità impone alla politica di affrontare davvero il tema dei No vax, nel senso che bisogna pensare a proteggere chi non si è vaccinato”. Intervistato dalla Tribuna di Treviso lo Zaia-boy, Fulvio Pettenà ha attaccato il voto deciso da Salvini a Roma: “Inaccettabile, roba da non credere. Ma questi eletti a Roma fanno qualche telefonata ai loro territori, o si sono isolati nella dolce vita romana? Sanno cosa stanno facendo qui Zaia e la sua giunta, i sindaci, per far vaccinare la gente, per fronteggiare la pandemia, per far girare nuovamente l’economia? Da un anno stiamo dicendo i cittadini di vaccinarsi e vaccinare i loro cari, prima gli anziani e oggi i giovani. Chiedo si pronunci il commissario provinciale e quello regionale Stefani, perchè abbiamo diritto di sapere quale sia la linea del partito”.