La notizia che la benzina con il piombo è, almeno sulla carta, non più in vendita alle pompe di carburante di tutto il mondo certamente è un fatto positivo. Al di là delle verifiche e dei controlli che si dovranno continuamente fare, la domanda da porsi è: si sarebbe potuto accelerare questo cambio di paradigma, che ha visto imperare uno dei più pericolosi derivati del petrolio e che ha contribuito enormemente alla principale emergenza di oggi?

Il cambiamento climatico non è una notizia da dare a scadenze più o meno regolari per riempire di colore le pagine dei giornali. È un’emergenza vera, e come tale va trattata. Quindi, si sgombri il campo e si parli chiaramente: non è il bando della benzina con il piombo che ci salverà! Anche perché ormai la sua messa fuori mercato importa pochi, visto che da diversi anni ci si è orientati verso altri combustibili fossili (diesel, gas). Il problema grave è che si parli di questi combustibili “meno inquinanti” come se fossero veramente la soluzione del problema, mentre anch’essi hanno la loro responsabilità nell’illuderci di poter essere una vera soluzione.

La responsabilità si intende dal momento in cui il genere umano si è reso conto delle conseguenze degli effetti del clima che cambia. Oggi di dubbi non ce ne sono e se non si agisce adeguatamente significa solo che si è in malafede. Gli interessi che hanno coperto finora la diffusione della benzina, evidentemente, si possono sostituire con altri. E altri carburanti fossili sono già pronti, con il gas metano in prima linea. Se non capiamo che il problema non è la scelta tra petrolio e gas allora sarà come rimandare il problema di alcuni anni nella speranza che qualche “soluzione innovativa” si imponga sul mercato. Certo, si può fare, l’abbiamo sempre fatto, ma forse adesso dovremmo preoccuparci un po’ di più delle conseguenze di questo modo di agire. Quindi, bene, ottimo che la benzina con piombo sia fuori mercato, ma non era certamente questo il problema! Anche perché solo una netta e drastica chiusura delle vendite di tutti i carburanti fossili, non solo la benzina, può ancora darci una qualche speranza per un futuro di qualità.

Quindi, non facciamoci illudere: il passaggio dalla benzina super a quella senza piombo è solo un contentino che i magnati del petrolio concedono a noi consumatori, in attesa di qualche altra fregatura. Solo quando veramente capiremo che possiamo seriamente liberarci dell’uso delle fonti fossili, allora potremo dire di aver imboccato la strada giusta. E dire che di tempo ne è passato, oltre 100 anni da quando circola la benzina che, ricordiamolo, è stata messa al bando non certo in tempo utile per scongiurarne gli effetti deleteri a medio-lungo termine. Gli effetti dell’utilizzo del petrolio e di tutti i suoi derivati li dovremo scontare ancora per parecchi anni. E, come è sempre accaduto nel mondo dei combustibili fossili, una tecnologia ne soppianta un’altra per questioni di mercato e non certamente per la salute pubblica e l’ambiente.

Gli “effetti collaterali” dell’utilizzo del petrolio e dei i suoi derivati li abbiamo ormai accettati tutti, chi più chi meno. Molte volte illudendoci che i nuovi carburanti potessero essere il compromesso tra il progresso e la salvaguardia dell’ambiente. Sappiamo bene ora che era solo e soltanto il solito metodo per fare business a costi sempre più ridotti. Ma come in molti casi, il gioco non è a somma zero: gli effetti negativi ci sono e sono ormai evidenti da tempo. Non solo sull’ambiente, ma anche su noi stessi, sempre che ci sia una differenza.

Nel mondo occidentale la sensibilità ambientale in alcuni ambiti ha facilitato la diffusione di alternative più ecologiche, ma sempre in maniera “lenta” o meglio, a misura di chi in fondo aveva i propri interessi a mantenere lo status quo, o al massimo a fare piccoli passi alla volta. E la situazione di oggi, dal punto di vista ambientale, è esattamente il risultato di come si è proceduto dalla rivoluzione industriale ad ora.

Fanno sorridere (amaramente) le iniziative di collaborazione tra alcuni movimenti che si definiscono ambientalisti e le compagnie petrolifere-energetiche: i rapporti di forza sono sempre stati chiari e purtroppo noi cittadini-consumatori non abbiamo mai creduto al grande potere che abbiamo. Dovremmo prestare maggiore attenzione agli effetti deleteri dell’utilizzo delle fonti fossili, informarci meglio, soprattutto sulle conseguenze socio-sanitarie, nostre e degli altri paesi, inerenti le scelte che facciamo. Finora, a parte rare eccezioni, poco si è fatto; ma, mai come in questo caso, continuare a crederci è d’obbligo. O meglio, senza alternativa.

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