“Genova Jeans” dovrebbe mettere d’accordo tutti: studiosi e refrattari a musei e centri storici, identificati da questi ultimi come tristi e polverosi. Un modo intelligente e scanzonato di raccontare la Storia attraverso un indumento, un po’ come ci provai io anni fa con” Mille e una spilla, la storia attraverso un monile”. Peccato solo per la brevità della Rassegna, 2 – 6 settembre, giustificata dagli organizzatori dal fatto che sarà annuale e molte delle sale ospitanti prenotate per altri eventi.
Materiale povero e ricco insieme, come povera e ricca è la città, dove nella popolare via di Pre’, o meglio il sestiere di Prè, ti compaiano all’improvviso, come un miraggio, antichi, eleganti palazzi per nulla fatiscenti. Palazzi abitati tutt’ora da raffinati personaggi che, sorpresi dal mio sguardo curioso, me ne hanno raccontato la storia.
La mostra più interessante di questa rassegna, è quella allestita alla Biblioteca Universitaria, rigorosa ma divertente, interattiva ed adatta anche ai bambini ed alle “fashion victim“. Le stesse, che volendo, si possono anche dedicare al loro passatempo preferito, acquistando i capi nella stoffa più versatile del mondo.
La moda o meglio l’evoluzione di essa, è presente anche nella mostra allestita nel sottoporticato di Palazzo Ducale da Renzo Rosso, l’uomo che ha venduto jeans agli americani. Particolarmente toccante poi è la mostra al Museo Diocesano, dove sono esposti 14 teli, alcuni dei quali ispirati alle incisioni di Albrecht Durer e databili al 1538, altri di epoca barocca.
Complessivamente la rassegna si prefigge di ripercorrere gli anni, che vanno dal Medioevo, periodo sempre bistrattato e citato ingiustamente come buio e in cui la tela blu era già usata, ai giorni nostri, passando per il Risorgimento, con Garibaldi ed i Mille rigorosamente in jeans, per finire a Palazzo Metelino con una mostra di artisti contemporanei che hanno donato le loro opere per il futuro Museo del jeans. Un altro tassello, un altro modo di vedere e di rivedere attraverso la trama di un tessuto tutta la nostra storia, tutta la nostra Bellezza.