“Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui, e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui”. Il nuovo appello sanitario del capo dello Stato arriva a Pavia, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università, nel 660° anno dalla fondazione. Vaccinarsi, dice Sergio Mattarella, è un “dovere morale e civico“, nonché un gesto di “responsabilità sociale”. Ed è quello che fa “la stragrande maggioranza dei cittadini, cui va riconoscenza e ammirazione per il senso di responsabilità“. Chi invece pretende di non farlo, “con l’eccezione di chi non può farlo per salute, e di svolgere una vita normale frequentando luoghi di lavoro o svago, costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà, a rinunciare alla propria possibilità di recuperare in pieno luoghi e modi e tempi di vita”, ammonisce. Soffermandosi infine “sulla violenza e le minacce che affiorano in questo periodo, contro medici, scienziati e giornalisti e persone delle istituzioni, fenomeni allarmanti e gravi che vanno contrastati con fermezza, anche sanzionando con doveroso rigore”.
Intanto a Roma si è chiusa la prima giornata dei lavori del G20 Salute, in cui ha fatto da padrone di casa il ministro Roberto Speranza. “Ci sono le condizioni per costruire il Patto di Roma, che garantirà i vaccini anche nei Paesi più fragili“, ha detto. “Oggi ci sono diseguaglianze molto forti con i Paesi più ricchi che hanno ormai percentuali di vaccinazione molto significative, e ci sono Paesi che invece sono indietro. L’impegno di questo Patto a cui stiamo lavorando è costruire condizioni per cui il vaccino sia un diritto di tutti e non un privilegio di pochi, e io penso che questa sia una sfida che tutti i Paesi presenti condividono”. Su questo punto, ha sottolineato il ministro, “ancora lavoreremo nella giornata di domani, nell’auspicio di chiudere con una dichiarazione condivisa e sottoscritta da tutti”. L’obiettivo, spiega quindi Speranza, “è provare ad allargare la forza dei nostri servizi sanitari nazionali, investire di più su di essi e provare a segnare un cambio di passo molto significativo che consenta di difendere l’approccio di universalità del Servizio sanitario nazionale, cioè l’idea che se una persona sta male va curata indipendentemente dalla propria condizione economica e dal posto in cui è nata o dal colore della pelle”.
Parole in linea con quelle di Qu Dongyu, Direttore Generale della Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione), che nel corso della riunione dei ministri della Salute ha indicato come priorità proprio la necessità di ricorrere a una maggiore collaborazione per prevenire e contrastare la pandemia. Dongyu ha partecipato al G20 anche in veste di presidente dell’Alleanza tripartita per One Health, un consorzio che include anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE). Nel corso della giornata il ministro Speranza ha inoltre espresso solidarietà nei confronti dei giornalisti che hanno subito violenze nei giorni scorsi: “Voglio esprimere solidarietà a quanti di voi stanno ricevendo minacce per il lavoro che fanno: abbiamo assistito a troppi casi ormai di giornalisti che pagano il prezzo per il proprio lavoro e questo è inaccettabile”.