Qui non ci vacciniamo contro il Covid perché siamo distratti da cose più importanti. Per fortuna che, mancando i vaccini, ce la caviamo egregiamente e nel caso ci ammalassimo, daremmo la priorità ad altre malattie. Quella della fame, che è di gran lunga la più pericolosa e segue a ruota la malaria o paludismo, poi la meningite (ciclica), il colera, per via dell’acqua che ci arriva in casa con i bidoncini gialli, le epatiti e , naturalmente, l’insicurezza dovuta agli attacchi dei Gruppi Armati Terroristi.
Se, in ultimo, la malattia tanto propagandata dall’Occidente dovesse arrivare, la curiamo con le medicine esistenti che qui funzionano per grazia ricevuta e scelta intelligente dei malati. Da noi la maggior parte delle nascite avviene per un felice momento di distrazione vissuto insieme e così pure si muore, senza in fondo darci troppo peso, per un’ultima e fatale distrazione. La sabbia stessa, vero paradigma della realtà ambiente, si adagia distrattamente sulle strade, i cortili, le offerte di lavoro, l’opposizione inesistente e financo sulle preghiere che stentano ad innalzarsi, attaccate come sono alla sabbia che, a modo suo, rende gloria al suo inventore.
Una mandria di buoi attraversa distrattamente la strada e altrettanto fanno gli asini che, coi carretti pieni di immondizie, giocano un ruolo ecologico di primo piano nella città di Niamey. Non sono da meno i dromedari che attraversano le rotonde della città con la stessa disinvoltura con la quale passerebbero le dune del Sahara. Sono distratti i motociclisti che, mentre guidano, rispondono alla chiamata del cellulare e dimenticano il casco, la patente di guida e soprattutto non hanno rinnovato l’assicurazione. Evitano pertanto le zone dove sanno di trovare i vigili assetati di verbali o fittizi arrangiamenti monetari specie sotto le feste. Occasionalmente passano cavalli al trotto, alcuni cani che si piazzano non lontano dai venditori di spiedini e che fingono di dormire tra un cliente e l’altro e i camion dei militari che vanno al fronte. L’ambulanza si sente da lontano e nessuno si muove per distrazione finché il suono della sirena non si farà assordante e inevitabile. Persino la democrazia del Paese, sconcertata dalle elezioni e dalle inutili promesse presidenziali, si è fatta da parte e attende distrattamente tempi migliori che forse verranno un giorno.
Per distrazione si migra su strade sbagliate e si prendono cammini imprevisti che, dopo un lungo viaggio, portano là dove si era partiti un giorno. Si tradisce per una lieve distrazione di un momento e ci si scusa prima di ricominciare. Ancora recentemente i responsabili religiosi musulmani della capitale affermavano con tristezza che solo il venti per cento dei matrimoni, celebrati con fasto in città, reggono oltre i tre mesi. A chi imputare questa erosione matrimoniale se non a momenti di distrazione che hanno accompagnato il prima, durante e il dopo del matrimonio.
I risultati degli esami finali della scuola primaria e secondaria del Paese sono stati uno sfacelo mai registrato prima: a chi se non alla distrazione addebitare l’incredibile disfatta? All’università statale gli anni accademici sono senza fine e per lo stesso motivo, la distrazione, gli intellettuali organici si sono accontentati di diventare Consiglieri della Presidenza della Repubblica o Incaricati di Missioni di cui nessuno conosce la destinazione e l’obiettivo. Solo per distrazione le Agenzie Umanitarie operano sul terreno per decenni e fanno in modo che i poveri rimangano tali. E’ proprio grazie alla distrazione, infine, che si resiste alla tentazione di credersi i padroni del mondo e della storia.