Il Salone bavarese risorge dopo 70 anni dalla sua ultima edizione, sostituendo quello di Francoforte. Avrà luogo dal 7 al 12 settembre
Parlare di pieno ritorno alla normalità è certamente prematuro. Tuttavia, l’IAA Mobility 2021 che si sta svolgendo a Monaco (avrà luogo dal 7 al 12 settembre) è il primo salone europeo dell’auto che si svolge in presenza da due anni a questa parte. Uno “sprazzo di primavera di fine estate” che sembra, idealmente, donare nuova linfa vitale a un settore, quello automotive, schiacciato dagli strascichi commerciali della pandemia – che ha fatto crollare le vendite di automobili – alle prese con la crisi dei microchip, che sta frenando pesantemente la produzione mondiale, e con una dispendiosissima transizione alla tecnologia elettrica, di cui però non sta cogliendo i frutti: il mercato delle auto a batteria, infatti, è ancora estremamente marginale e, al momento, non giustifica gli investimenti messi in campo dai costruttori. Basti pensare che le “elettroauto” valgono appena l’8,5% del mercato e che, secondo le stime di Auto Schmidt research, rappresenteranno il 10% dell’immatricolato europeo solo entro il 2025 e, per Aci, il 20% del mercato italiano non prima del 2030.
Eppure, l’appuntamento monacense sembra poter mitigare, almeno per qualche giorno, i problemi e le ansie da prestazione di cui sopra, permettendo ai vari brand di presentare le loro novità a quattro ruote. C’è da dire che, al netto dello tsunami Covid, la formula dei saloni tradizionali stava diventando un po’ vecchia, superata da layout meno celebrativi ma più interattivi e attraenti per il grande pubblico, come il nostrano MiMo, organizzato prevalentemente all’aperto. Fattore quest’ultimo resosi peraltro indispensabile con la pandemia e le nuove necessità di distanziamento sociale. L’IAA promuove una formula ibrida in questo senso, fatta di padiglioni espositivi tradizionali e allestimenti aperti o situati anche in altre zone della città. Ma veniamo alle novità a quattro ruote…
L’antipasto, ovvero la Smart Concept #1, era stato servito già ieri sera: ovvero, un prototipo di Suv elettrico di taglia urbana costruito in collaborazione con Geely, il colosso cinese che è anche il maggior azionista di Daimler (e, quindi, della stessa Mercedes). Lungo 4,29 metri, manda in pensione praticamente tutto il patrimonio del marchio Smart, fatto di dimensioni extra small, da dribbling cittadino. All’interno, poi, c’è un infotainment basato su schermo da 12,8”, anche questo formato maxi. Da definire i dettagli tecnici, i tempi di arrivo e, soprattutto, i prezzi.
Mercedes, invece, toglie il coperchio dal resto delle portate che ha preparato per il Salone di Monaco: un ventaglio di novità per tutti i gusti, accomunate dalla tecnologia di propulsione elettrica. Si parte dalla EQE, versione in scala ridotta dell’ammiraglia EQS, da cui riprende a piene mani impostazione tecnica e stilistica. Lunga 4,95 metri, è realizzata sulla medesima piattaforma Eva2, appositamente realizzata per meccaniche a elettroni. Dalla EQS deriva anche il sistema a quattro ruote sterzanti, che migliora agilità o stabilità a seconda dei frangenti di guida.
A bordo si può avere l’Hyperscreen, che fa diventare l’intera plancia un enorme schermo dedicato a strumentazione e infotelematica connessa. Pronta all’esordio per metà nel prossimo anno, la vettura sarà inizialmente spinta da un motore elettrico posteriore da 292 CV di potenza e 530 Nm di coppia. Successivamente, arriveranno le varianti a quattro ruote motrici, con un secondo propulsore installato all’avantreno. La batteria ha una capacità di 90kWh e, tramite colonnine veloci, può passare dal 10 all’80% della ricarica in mezz’ora (e recuperare 250 km di autonomia in un quarto d’ora). Mentre l’autonomia omologata Wltp ammonta a 660 km.
Più prestazionale la Mercedes-AMG EQS 53 4Matic+, primo modello del costruttore griffato dal reparto sportivo della Stella. Sprigiona una potenza di 658 CV e ben 950 Nm di coppia massima, che salgono rispettivamente a 761 CV e 1.020 Nm scegliendo il pacchetto opzionale “Dynamic Plus AMG”. Il tutto è alimentato da una batteria da 107,8 kWh a 400 Volt, integrata nel pianale. La EQS 53 può scattare da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi, mentre alla Dynamic Plus bastano 3,4 secondi: per le due versioni la velocità massima è limitata a 220 e 250 km/h, con autonomia compresa fra 526 e 580. Il peso, 2.655 kg in ordine di marcia, è mascherato dal baricentro basso e dalle quattro ruote sterzanti.
La più affascinante? Certamente la EQG, che anticipa l’edizione a batteria dell’intramontabile Classe G, il fuoristrada della Mercedes inizialmente concepito a fine anni ’70 come veicolo militare e, nel corso del tempo, diventato un cult per il jet set internazionale. Il design evolve in chiave elettrica gli stilemi tradizionali del modello – ad esempio, la mascherina frontale è chiusa per migliorare l’aerodinamica, mentre quella delle versioni termiche è forata per portare aria fresca al radiatore – e non mancano guizzi che sottolineano la natura elettrica del veicolo: sul cofano posteriore la classica ruota di scorta è stata sostituita da un contenitore quadrangolare a forma di wallbox, utile per l’alloggiamento del cavo di ricarica. Le doti fuoristradistiche, però, non si discutono: lo conferma il tradizionale telaio a longheroni e traverse (con batterie integrate) e lo schema sospensivo specifico, modificato per ospitare fino a quattro motori elettrici (uno per ruota) e rendere la EQG inarrestabile.
Meno specialistica (e decisamente più abbordabile) la EQB, variante a batteria del Suv GLB. Condivide la sua base tecnica con la GLA, ma rispetto a quest’ultima si distingue per uno stile più squadrato e per la possibilità di accogliere fino a 7 passeggeri. Esordirà in due varianti, entrambe con batteria da 66,5 kWh e doppio motore, uno per assale, in modo da avere le quattro ruote motrici. La entry-level ha 228 CV di potenza e una coppia motrice di 390 Nm. L’autonomia omologata è di 419 km. La versione più gagliarda eroga 292 CV, coppia di 520 Nm e medesima autonomia.
Al vertice dell’offerta e delle novità del costruttore tedesco c’è la Mercedes-Maybach EQS, concept di un Suv di lusso con 600 km di autonomia, previsto per il 2023. Si tratta anche della prima Maybach – il marchio più esclusivo di Mercedes – alimentata a elettroni e si distingue visivamente per la verniciatura bicolore, per la moltitudine di cromature che adornano la carrozzeria e per i cerchi di lega da 24”. Mentre l’abitacolo è un trionfo dei materiali più pregiati disponibili in campo automotive. L’auto è costruita sulla base della piattaforma EVA e all’interno riprende l’impostazione della EQS.
In casa Renault la novità si chiama Mégane E-Tech, crossover 100% elettrico in arrivo nelle concessionarie a febbraio 2022. Poggia su cerchi da 20” e offre dettagli sofisticati come le maniglie delle portiere a filo della carrozzeria. Le dimensioni esterne sono abbastanza compatte: l’auto è lunga 421 cm e offre un generoso passo di 2,7 metri, garanzia di una generosa spaziosità interna (440 i litri di volume utile del bagagliaio): merito dell’intrinseca compattezza della meccanica elettrica. È costruita su una piattaforma nuova, la CMF-EV, dotata di batterie al litio sviluppate dalla LG e alloggiate sotto il pavimento del veicolo.
Da sottolineare che l’abitacolo è fatto con materiali prevalentemente riciclati e, a fine vita, il 95% della vettura sarà riciclabile. All’interno spiccano lo schermo del sistema infotelematico connesso da 12,3” e la strumentazione digitale. Ben 26 i sistemi di assistenza alla guida, che includono il controllo della velocità automatico in corrispondenza delle rotonde e il dispositivo che corregge la traiettoria in caso di potenziali collisione con altri veicoli. Due le motorizzazioni disponibili, da 130 CV di potenza e 250 Nm di coppia motrice e da 218 CV e 300 Nm. Due taglie per la batteria, da 40 o 69 kWh, con autonomia omologata compresa fra 300 e 470 km.
Oltre alle novità Audi e Cupra, già viste nei giorni scorsi, il gruppo Volkswagen presenta in anteprima pure la ID. Life, concept per un’auto elettrica da città che arriverà nel 2025 e costerà circa 20 mila euro. Sarà costruita – insieme alle sorelle a marchio Seat e Skoda – presso lo stabilimento spagnolo di Martorell. Anche in questo caso l’impostazione è quella di un crossover dalle forme minimal e con gruppi ottici mimetizzati nella carrozzeria. Sfrutterà la piattaforma Meb con trazione anteriore. La ID. Life, in particolare, è spinta da un motore elettrico da 234 CV, alimentato da una batteria da 57 kWh, buoni per circa 400 km di autonomia Wltp. Per Hyundai, invece, la presenza all’IAA coincide con una serie di annunci strategici: il costruttore coreano, infatti, si impegna a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2045, concentrandosi su tre pilastri: mobilità pulita, piattaforme di nuova generazione ed energia verde. A partire dal 2035, poi, Hyundai cesserà di vendere in Europa veicoli con motori a combustione interna.
La BMW i Vision Circular Concept? Una sorta di navicella spaziale all’insegna della sostenibilità: è costruita con materiali 100% riciclabili. I veicoli del gruppo BMW vengono prodotti utilizzando mediamente quasi il 30% di materiale riciclato e riutilizzato: l’obiettivo è far crescere velocemente questa percentuale al 50%. Il prototipo prefigura un’auto elettrica compatta per il 2040, lunga circa quattro metri, essenziale nelle forme ma dotata di un abitacolo spazioso, progettato per accogliere quattro passeggeri.