È morto Jean-Paul Belmondo, icona del cinema francese, “un uomo che ha fatto della vita una storia d’amore e di humour”. L’attore, protagonista di film quali Il Clan dei marsigliesi con Claudia Cardinale, era nato nel 1933 a Neuilly-sur-Seine. La notizia del decesso è stata data dal suo avvocato. Belmondo, detto Bébel (soprannome che arrivava da Pépel, personaggio de “les Bas-fonds” di Jean Renoir),: l’attore ‘non bello’ che pure conquistava tutti a partire dai maggiori registi della Nouvelle vague. Vittorio De Sica, François Truffaut e Alain Resnais ma soprattutto Jean-Luc Godard con il quale girò Une femme est une femme (1961; La donna è donna) e Pierrot le fou (1965; Il bandito delle undici). Con lui Belmondo si è fatto icona di un noir di derivazione statunitense eppure denso di simbolismi e di improvvisazione. Bébel, cinema d’autore e cinema commerciale, dove era poliziotto e delinquente, passo sghembo, modi rudi. Il teatro, poi, con il quale amava misurarsi. Tutto, per Belmondo. Contrapposto più per posa che per verità al bello del cinema francese, Alain Delon, Edith Piaf diceva senza pensarci troppo: “Esco con Alain Delon, ma torno a casa con Belmondo”. Un ictus nel 2001 lo costrinse a fermarsi: il ritorno al ciak nel 2009 con Un homme et son chien nel 2009, remake della pellicola Umberto D. di Vittorio De Sica. “Se vuoi fare l’attore, ce la farai. Basta volerlo“: glielo disse la madre e aveva ragione, come forse nemmeno lei si aspettava. Palma d’Oro alla carriera a Cannes nel 2011, Bébel si è sposato due volte: con Elodie, la ballerina madre dei suoi tre figli e Natty, l’attuale moglie. Un lungo amore, poi, con Laura Antonelli. Leone d’Oro alla carriera a Cannes nel 2016, in quell’occasione citò con poche parole la linea sempre seguita nella vita: “Nel mondo di oggi è complicato essere felici. Si tratta di un mondo pieno di violenza e ingiustizie. Vivere è difficile, forse più di una volta. Ma per dimenticare le guerre, il male e le cose brutte che ci circondano, l’importante è sorridere sempre“.
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