Secondo la normativa regionale, si può comunicare solo il dato giornaliero dei vaccinati e i medici non sono autorizzati a chiedere le motivazioni a chi decide di non sottoporsi all'immunizzazione
Il Garante per la privacy ha aperto un’istruttoria sulla lista dei non vaccinati che sarebbe stata consegnata ai sindaci dall’Asl di Messina. L’iniziativa infatti non sarebbe in linea con la normativa per la protezione dei dati personali. Il tentativo del Commissario ad acta per l’emergenza anti Covid 19 sarebbe stato motivato dal tentativo di alzare la percentuale dei vaccinati in una delle province con la più bassa quota di immunizzati: a fine agosto in alcuni comuni meno della metà dei residenti era vaccinata.
Con la richiesta di informazioni, indirizzata anche all’Azienda sanitaria provinciale di Messina ed al suo Dpo (Data protection officer), il Garante vuole verificare se ci sia stata una violazione: ossia se i sindaci abbiano ricevuto effettivamente i nomi dei cittadini senza vaccino. Secondo l’ordinanza del Presidente della Regione Siciliana n. 84/2021 è possibile comunicare solo numero dei vaccinati giornalieri.
L’azione del Garante non è la prima a tutela di chi – per motivi vari – ha scelto di non immunizzarsi. Segue infatti l’approvazione del del decalogo sul corretto trattamento dei dati nell’ambito delle azioni promozionali per la vaccinazione anti Covid 19, inviato a fine luglio a Regioni e Province autonome. Soltanto gli operatori del Servizio sanitario, come i medici di famiglia, – che hanno in cura la persona prima del territorio nazionale – e non i Comuni dovrebbero collaborare con gli enti in attività di questo tipo. Regioni e Province autonome sono obbligate ad avere sistemi informativi regionali, a cui possono collegarsi solo i medici. Resta poi il divieto di raccogliere il motivo della mancata vaccinazione. Per il principio di non discriminazione chi non risponde alla campagna non potrebbe subire nessuna ritorsione negativa.
Oltre ad una sensibilizzazione a livello generale, l’opera dei sindaci può quindi concentrarsi solo sull’applicazione delle misure di sicurezza anti Covid e sul tentativo di sopperire, in territori come quello messinese, alle difficoltà logistiche – strade difficili da percorrere o lontananza dagli hub – che complicano la vaccinazione di massa.