Giorgio Bardelli, curatore della sezione di zoologia dei vertebrati del Museo di Storia Naturale di Milano, parla del 'mostro-sirena' e dice: "Più sappiamo e più ci rendiamo conto che ci sono tantissime cose che non conosciamo". Le sue parole al Corriere della Sera
Erano gli anni ’80 quando, a Milano, venne scoperto quello che poi è stato soprannominato il ‘mostro-sirena’. Un reperto di circa 30 cm che un po’ affascina e un po’ incute terrore. A trovarlo, nascosto dietro ad un’ intercapedine del Museo di Storia Naturale in corso Venezia, fu Giorgio Teruzzi, paleontologo ormai in pensione. Eppure, ancora oggi, torna a “far incuriosire ciclicamente”, così come ha detto al Corriere Giorgio Bardelli, curatore della sezione di zoologia dei vertebrati.
“Nessuno ne conosceva la provenienza, non c’erano documenti o bigliettini allegati. Il sospetto è che potesse appartenere ai fratelli Villa, collezionisti milanesi che regalarono pezzi al Museo”, ha spiegato il curatore, aggiungendo poi che probabilmente risale a prima del 1943, quando le fiamme distrussero molti dei reperti del Museo.
Tuttavia la scienza è stata chiara: “Dalle radiografie sappiamo che al suo interno ci sono un’ intelaiatura in legno e inserti di ferro mentre la parte più ampia del corpo è in cartapesta”. Ciononostante, a destare curiosità sono i dettagli: capelli umani, unghie di uccello e pinne di pesce. Tanto che ancora oggi le ricerche sono in corso: “Più sappiamo e più ci rendiamo conto che ci sono tantissime cose che non conosciamo”, ha infine concluso Bardelli.
Foto di Andrea Cherchi dal Corriere della Sera.