È ancora caos sulle assegnazioni delle supplenze annuali. Stavolta al alzare la voce sono i cosiddetti “riservisti” ovvero gli insegnanti che fanno parte delle “categorie protette” (disabili e orfani di guerra) i quali godono grazie alla Legge 68/99 di una quota di posti riservati a loro per ogni classe di concorso. Secondo molti di loro, l’algoritmo utilizzato per la prima volta quest’anno, non ha tenuto conto della norma e in centinaia sono rimasti senza cattedra. Inutili i reclami e le mail inviate agli uffici scolastici: per ora nessuno ha risposto.

Una denuncia, quella dei docenti disabili, subito respinta al mittente dal ministero dell’Istruzione che verificata la situazione ha confermato a ilfattoquotidiano.it che sono stati considerati dal sistema di inserimento delle domande che produce la graduatoria. A dar ragione agli uffici di viale Trastevere, è anche il sindacato. Lena Gissi, segretaria nazionale della Cisl Scuola promette una verifica puntuale territorio per territorio per escludere che vi sia stato qualche errore anche in una sola provincia ma non le risulta che le categorie protette siano state ignorate.

Così Manuela Mascarella, della Flc Cgil: “Stiamo cercando di capire cosa sia successo, soprattutto a Roma da dove arrivano la maggior parte dei reclami ma, al contrario, altri docenti si sarebbero lamentati per il fatto che le categorie protette avrebbero avuto precedenza nonostante un punteggio minore”. Una guerra tra “poveri” per un posto di lavoro precario. I “riservisti” nonostante le rassicurazioni del ministero, son pronti a scendere in piazza e ad attuare una protesta collettiva. La maggior parte di loro è stupita del fatto che lo scorso anno hanno avuto l’assegnazione mentre quest’anno sono stati esclusi in massa.

“A Roma – spiega Alessia – non sono uscite le disponibilità per i riservisti e sui file di graduatorie e nomine non sono riportate le riserve”. A spiegarlo ancora meglio è Fulvio Epifani: “Nella capitale è uscita solo una pubblicazione: lo scorso anno con 38 punti avevo ampia scelta di nomina e come tutti ho preso una supplenza annuale. Ora ci ritroviamo senza lavoro. Non è possibile che siano spariti tutti i nostri posti. Probabilmente l’algoritmo non ha calcolato la nostra riserva del 7% di cattedre”.

Al coro della protesta si aggiunge Rosanna Pisciotta: “L’anno scorso ho avuto un incarico al 31 agosto, su materia. Per la mia classe di concorso ero in fondo alla lista che venne completamente esaurita, dando ad ognuno la possibilità di scegliere la scuola più comoda da raggiungere. Tutto ciò, grazie alle convocazioni in presenza”. Inutile chiamare all’ufficio scolastico di Roma: “Ignorano – spiega Rosa Pia D’Acri – tutte le nostre email e nessuno risponde alle telefonate. Ci sentiamo abbandonati”.

Intanto a Bari, dove i riservisti non apparivano nella pubblicazione della prima graduatoria, è stato rifatto tutto e ieri sono spuntati i nomi anche dei docenti disabili. Una situazione che coinvolge anche Daniela Sale, specializzata sul sostegno all’infanzia, punti 49: “Ad oggi ancora non ho la mia posizione da riservista; ho inviato una ventina di pec e mail, al momento delle nomine ma non sono stata convocata come riserva e neanche senza; eppure docenti al di sotto della mia posizione sono stati chiamati. Non si tratta di disponibilità perché anch’io ho messo tutti i distretti di Roma e provincia”.

Francesca Bernardo, 40 anni, un figlio e una patologia dalla nascita per una malattia genetica spiega: “Ho cercato di contattare i sindacati ma non hanno saputo darci risposte chiare. Gli uffici scolastici non ci dicono nulla quando chiediamo chiarimenti. Era molto meglio per noi fare le convocazioni in presenza: non mi sento tutelata da un algoritmo con il quale non posso parlare, spiegare la mia situazione”. La truppa dei riservisti chiede di avere il numero di contingente riservato a loro per ogni disciplina e di ritirare le graduatorie per rifarle nei casi dove non appaiono “categorie protette” in graduatoria.

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