Il giudice per le indagini preliminari di Napoli si era riservato aspettando l’esito dell’utilizzabilità o meno delle intercettazioni, il Senato a maggio ne aveva autorizzato l’uso di 6 su 28, ed ora è arrivata la decisione: arresti domiciliari per il senatore di Forza Italia Luigi Cesaro. La misura passerà ora al vaglio della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama. Cesaro è accusato di concorso esterno in associazione camorristica nell’inchiesta della Dda di Napoli e dei carabinieri del Ros sui patti politico-mafiosi che avrebbero retto l’amministrazione di Sant’Antimo, e sui rapporti tra il clan Puca e la famiglia Cesaro.
Inchiesta che a giugno 2020 portò in carcere il fratello Antimo Cesaro, mentre furono disposti i domiciliari per gli altri fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, tutti sotto processo a Napoli Nord. Con la notifica delle misure cautelari si apprese che i pm Giuseppina Loreto e Antonella Serio, con la supervisione del procuratore capo Giovanni Melillo, avevano chiesto per Luigi Cesaro il carcere. Richiesta “congelata” dal gip, che prima di pronunciarsi ha trasmesso le carte al Senato affinché procedesse alla valutazione preliminare dell’utilizzabilità di alcune intercettazioni. Conversazioni ritenute determinanti per la tenuta dell’impianto accusatorio.
A maggio Palazzo Madama ha dato l’ok solo per alcune di quelle telefonate. Di qui la rimodulazione della stessa richiesta cautelare, alleggerita dalla Procura con la istanza di domiciliari per il senatore azzurro un tempo molto vicino a Berlusconi. Valutazione accolta dal gip Maria Luisa Miranda, che ha disposto i domiciliari. Notizia che piomba nel pieno della campagna elettorale di Napoli e delle polemiche scaturite per la composizione di una lista, ‘Azzurri per Napoli’, composta anche da persone politicamente vicine ai Cesaro, a sostegno del candidato sindaco del patto Pd-Cinque Stelle Gaetano Manfredi.
Il senatore si è sempre difeso dichiarandosi completamente estraneo alle vicende contestate. E i suoi avvocati Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino hanno dichiarato al sito di Repubblica, che ha anticipato la notizia, che “rilevano innanzitutto che già l’ufficio del pm ha rivisto l’originaria richiesta cautelare, invocando la sottoposizione agli arresti domiciliari invece della custodia cautelare in carcere. Comunque, all’esito di un primo rapido esame della motivazione del provvedimento, ritengono che esso sia meritevole di una ferma censura, sia in ordine al profilo della gravità indiziaria sia a quello dell’esistenza e permanenza attuale delle esigenze cautelari. Pertanto, indipendentemente dalla decisione che verrà adottata dal Senato in ordine alla richiesta di autorizzazione all’arresto, intendono immediatamente proporre istanza di riesame al Tribunale “della libertà” di Napoli”.