Cinema

Festival di Venezia, duplice chiusura made in Italy. Silvio Orlando come Ulisse ne Il bambino nascosto di Roberto Andò

Lovely Boy è la piacevole seconda prova in lungo di Francesco Lettieri, autore forse più noto all’universo dei videoclip che non a quello strettamente cinematografico

di Anna Maria Pasetti

Una duplice chiusura italiana di qualità. A suggellare il momento di grazia del cinema tricolore apparso alla 78ma Mostra, almeno nella maggioranza dei titoli. Nel cerchio virtuoso del valore, dunque, si inseriscono rispettivamente Il bambino nascosto di Roberto Andò – scelto a chiudere la selezione ufficiale fuori concorso e Lovely Boy di Francesco Lettieri, epilogo fuori concorso della 18ma edizione delle Giornate degli Autori.

Adattamento da parte di Andò del proprio e omonimo romanzo, Il bambino nascosto è il racconto intimo di un uomo dalla vita invisibile, il professore di musica ed ex pianista Gabriele Santoro, che improvvisamente si trova ad affrontare un’avventura più grande di lui, esponendone le fragilità ma anche imprevedibile risorse. Ciò che va a scuotergli l’esistenza racchiusa in un appartamento ricavato nei suggestivi cavoni di Napoli è un bambino che gli si nasconde in casa per sfuggire a qualcosa che qui non è giusto rivelare. Insieme cercheranno un equilibrio capace di fornire a entrambi, specie a Gabriele, nuovo senso e identità alle rispettive esistenze. Piccolo film ma di grande dignità, Il bambino nascosto propone una delle più intense ed emozionanti interpretazioni di Silvio Orlando nei panni di Santoro: uomo solo, sensibile e di cultura profonda è inadeguato alle disfunzioni di una Napoli malavitosa e prepotente, specie nel quartiere che lui sceglie di abitare. Il suo riferimento mentale è Ulisse, l’eroe più moderno fra gli antichi, la cui patria Itaca diventa sintomo e metafora del suo vivere presente e futuro: “Non affrettare il viaggio. Devi sempre avere in mente Itaca”.

Diverso in approccio narrativo e stilistico ma molto vicino al testo di Andò per la fragilità del suo protagonista, Lovely Boy è la piacevole seconda prova in lungo di Francesco Lettieri, autore forse più noto all’universo dei videoclip che non a quello strettamente cinematografico. Il suo Nic – interpretato dal sempre straordinario Andrea Carpenzano – è un trapper romano di talento e successo, ma questo non gli impedisce di scivolare nella tossicodipendenza, con l’effetto di caduta agli inferi e necessità di rehab. Il film è sostanzialmente la parabola dolosa e impietosa di Nic, in arte Lovely Boy, reticente ma costretto in una comunità di riabilitazione sulle Dolomiti. Se è vero non non si tratti di un soggetto originale, il tono, lo stile e la sensibilità di Lettieri trasformano questa classica parabola esistenziale in un’opera efficace, realistica e profonda, non priva di elementi simbolici ben trasmessi dalla “doppia personalità” cui la tossicodipendenza costringe chi ne diviene vittima. Lo vedremo prossimamente il 4 ottobre su Sky Cinema.

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