A Venezia il "mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?" non vale. Così i fotografi, che fino a tre minuti prima flashavano senza sosta Penelope Cruz, Jennifer Lopez e Ben Affleck, all'improvviso si sono ritrovati di fronte uno che faceva il corteggiatore a Uomini e Donne dieci anni fa
Premessa indispensabile: un red carpet non si nega a nessuno. Premessa indispensabile due: dietro certe improbabili incursioni sul tappeto rosso del Festival del Cinema di Venezia c’è spesso la gentile intercessione di uno sponsor, un invito offerto o semplicemente un biglietto pagato di tasca propria per raggranellare qualche istante di visibilità. Lo spiegò chiaramente la giornalista di Radio 24 Marta Cagnola, nel settembre del 2020: “Dico a chi si lamenta per influencer e poveracci sul red carpet, che chiunque può spendere 50 euro, comprare il biglietto ed entrare in Sala Grande dal tappeto rosso per una proiezione”. Ma un anno dopo siamo ancora allo stesso punto: la testa piena di “ma chi?” e lo sbalordimento causato da alcune passerelle il cui senso sfugge persino ai più esperti di gossip e televisione. Diciamolo, chi pensava che l’apice del “trash” veneziano si fosse toccato con Dayane Mello e Giulia Salemi – “smutandate” tendenza farfallina di Belén, nel lontano 2016 – si è dovuto ricredere. Nel frattempo, si è perso il conto delle esagerazioni da red carpet e la galleria degli orrori è lievitata grazie a personaggi improbabili, vip per mancanza di prove, reduci dai reality, gaffeur di professione, mitomani, opinionisti in cerca di un’ospitata, aspiranti famosi e prezzemolini da quarta fila, che danno vita ad un Circo Barnum ferocissimo. Li guardi e pensi: “Ma si sono dati tutti appuntamento al Lido dopo la chiusura dei programmi della D’Urso?”.
Gli iper presenzialisti sono ovviamente gli influencer, o presunti tali, che senza i filtri di Instagram e senza i bibitoni proteici in mano faticano a farsi riconoscere persino dai parenti primi. Figuriamoci dai fotografi del Lido: fino a tre minuti prima flashavano senza sosta Penelope Cruz, Jennifer Lopez e Ben Affleck, poi all’improvviso si ritrovano di fronte uno che faceva il corteggiatore a Uomini e Donne dieci anni fa. Non si può dire che il red carpet non sia democratico: c’è posto per la star planetaria e pure per chi fino all’altro ieri bazzicava la periferia della popolarità e si ritrova improvvisamente al centro della festa. Senza talenti o meriti artistici, ma nella tasca dello smoking prestato o noleggiato l’invito per la prima di un film che probabilmente nemmeno vedrà mai (sempre dalle cronache veneziane della Cagnola: “I miei preferiti però restano quelli che si fanno prestare i vestiti, si fanno regalare i biglietti da qualche sponsor, fanno il red carpet con qualche fotografo amico che li grazia di alcuni scatti, entrano nel Palazzo del cinema poi sgattaiolano subito fuori”). Libero sponsor in libero stato: ogni marchio invita e investe su chi gli pare per sfruttare i riflettori accessi sulla mostra del Cinema ma spesso sbaglia e punta su personaggi che una volta al massimo avrebbero fatto qualche ospitata in discoteca e sarebbero stati rimbalzati anche ai TeleGatti. Il risultato? Uno spettacolo di una malinconica desolante, come quelle pennellate dei servizi di Enrico Lucci dal red carpet della Festa del cinema di Roma o come certe giornate a Sanremo, con la gente che sbranerebbe per un selfie con Fiorello ma poi finisce per accontentarsi di quello con la sosia di Liz Taylor.
A Venezia il “mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” non vale. Tutti, ma proprio tutti, cercano i loro cinque minuti di gloria da spalmare poi per giorni sui social. Quelli con l’invito, quelli col gettone di presenza, quelli con i gioielli e la pancerina contenitiva prestata, quelli senza i contratti in una tasca ma con immotivati sogni di gloria. Il tappeto rosso come estensione del proprio ego. “Praticamente in questi giorni siamo rimasti io e te che stai leggendo questo post a non avere la scritta Getty Images sulle foto”, scrive Trash Italiano. Sintesi feroce ma vera. E propone tutto il corollario di Drusilla Gucci avvinghiata a Francesco Chiofalo (ex Temptation Island), Luigi Favoloso ed Elena Morali (una vita da Pupa e secchione), Stefano Sala e Dasha Dereviankina, Pietro Tartaglione e Rosa Perrotta (ex Uomini e Donne), Antonella Fiordelisi (ex di Chiofalo), Natalia Paragoni e Andrea Zelletta (dal Gf Vip con furore), ma pure Giorgio Manetti (ex di Gemma Galgani, che nel frattempo dopo il lifting al viso si è rifatta pure il seno), che ne approfitta per lanciare il cortometraggio di cui è protagonista. “Qualcuno penserà: ‘e tu cosa c’entravi con il Festival di Venezia?’ Probabilmente non molto ma mi c’hanno invitata e pareva brutto non andà”, ha spiegato Guendalina Tavassi, anche lei apparsa all’improvviso su tappeto rosso. Viva l’ironia, sempre, ma da Venezia ci si aspetta molto di più: glamour internazionale e grandi talenti, non personaggi che una volta sarebbero stati rimbalzati pure dal tappeto rosso dei TeleGatti.