Le probabili cause di un "fiocco verde" in una zona così settentrionale rischiano di stemperare l'ottimismo generale (Toti compreso). I ricercatori: "L'acqua del mare si sta riscaldando e la riproduzione delle tartarughe è molto sensibile ai cambiamenti". Negli ultimi 5 anni la superficie del Mediterraneo ha raggiunto il massimo storico dei 31 gradi
Un fatto straordinario. Se confermato sarebbe il primo nido in Liguria di tartaruga della specie Caretta caretta. Si tratta del nido più a nord del Mediterraneo occidentale, escludendo l’Italia orientale con il nido di Jesolo. Quando Gianmario Steffenoni, un turista di Torino, ha visto un tartarughino sulla sua spiaggia delle vacanze, a Finale Ligure, provincia di Savona, non riusciva a crederci ed è corso a fare una segnalazione. La zona è stata subito blindata. Ad accorrere per prima sul posto l’associazione Menkab. La biologa Eleonora Pignata ha delimitato un corridoio di sicurezza, intorno alla zona in cui è stato avvistato il rettile neonato, grazie alla collaborazione del proprietario dello stabilimento balneare. Di fronte a questa notizia hanno fatto squadra per fornire supporto le istituzioni, con il Comune e la Capitaneria di porto e molti enti di ricerca tra cui il Gruppo Pelagos, l’Istituto Tethys e l’Acquario di Genova. Anche il presidente della Regione Giovanni Toti ha esultato sui social: “Degna conclusione di un’estate da record per la Liguria”.
Ma a stemperare l’ottimismo generale ci sono gli scienziati che hanno intuito che questa potrebbe non essere una buona notizia. Questo “fiocco verde” porta con sé un triste presentimento: il possibile nido è colpa dei cambiamenti climatici. Negli ultimi cinque anni nel Mediterraneo la temperatura superficiale dell’acqua ha raggiunto il massimo storico di 31 gradi centigradi quando la media stagionale è tra 20,4 e 27,9. “Non stupisce che le tartarughe Caretta caretta siano obbligate a risalire sempre più a nord alla ricerca della temperatura ideale per loro”, spiega Giulia Calogero, presidente di Menkab. E questa risalita nelle acque settentrionali ha dei precedenti: “Da alcuni anni la Caretta caretta nidifica anche in alta Toscana, nella zona di Livorno, dove proprio quest’anno sono stati individuati ben sei nidi“, aggiunge a ilfattoquotidiano.it.
Non preoccupa solo questa migrazione più a nord, ma anche un altro grave effetto. “La riproduzione delle tartarughe è molto sensibile ai cambiamenti di temperatura – dice la ricercatrice – infatti, la determinazione del sesso in molti rettili dipende da fattori ambientali, tra cui la temperatura, che si registrano nel periodo di cova. Quando si ha un aumento di temperatura, la schiusa è sbilanciata a favore delle femmine. Per avere un equilibrio di nascite tra esemplari maschi e femmine si deve avere un corretto intervallo di temperatura“.
Se le tartarughe Caretta caretta si spingessero sempre più abitualmente verso nord, la Liguria, con le sue piccole spiagge affollate di stabilimenti balneari, sarebbe capace di accogliere le loro nidificazioni? È una sfida non da poco. Ad esempio il Wwf ricorda che le luci vengono confuse con il luccichio della luna e quindi depistano i neonati che alla schiusa devono raggiungere il mare; la presenza di disturbi sulla spiaggia costringe le madri a deporre le uova troppo a riva, al rischio delle onde. Così come i cambiamenti climatici sono responsabili di deposizioni troppo anticipate (a maggio) e di schiuse troppo in ritardo (ad ottobre), esponendo i nidi al cattivo tempo.
I veterinari dell’Acquario di Genova, che proprio nella loro struttura, tutto l’anno, ricevono tartarughe ferite per curarle e rimetterle in libertà, hanno fatto un sopralluogo per cercare il guscio e aiutare nell’individuazione del nido che resta ancora sconosciuto. “Il monitoraggio nell’area continua – precisa Calogero – si cercano eventuali neonati o la presenza del nido ma non possiamo neanche escludere che si possa essere trattato di una piccola tartaruga spiaggiata e ritornata poi in mare”.
Il mar Ligure è una meta frequentata abitualmente dalla tartaruga Caretta caretta che qui viene per foraggiarsi: “Come associazione di ricerca siamo impegnati tutta l’estate nel Mar Ligure nell’avvistamento dei cetacei e ci capita frequentemente di vedere adulti e sub adulti di tartaruga. Proprio il giorno del ritrovamento del neonato abbiamo visto un gruppo di capodogli e ben tre tartarughe, certo che l’area con le sue numerose imbarcazioni è anche una fonte di pericoli, è bene che i natanti prestino sempre particolare attenzione”.