L'editore dell'agenzia di stampa Dire è stato arrestato venerdì 9 settembre con l'accusa di corruzione: secondo l'accusa ha versato utilità per 500mila euro alla dirigente Giovanna Boda in cambio di una corsia preferenziale negli appalti. "Il gip ha dato atto della piena disponibilità del mio assistito a rispondere a tutte le domande, il tempo sarà galantuomo", dice il legale Gian Domenico Caiazza
Il giudice per le indagini preliminari di Roma ha revocato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Federico Bianchi di Castelbianco, editore dell’agenzia di stampa Dire, arrestato venerdì 9 settembre con l’accusa di corruzione relativa ad alcuni appalti del ministero dell’Istruzione. A Bianchi sono stati concessi gli arresti domiciliari, già disposti per i suoi dipendenti Valentina Franco e Fabio Condoleo. Lunedì l’imprenditore ha risposto per quasi tre ore alle domande del gip nell’interrogatorio di garanzia. Secondo le indagini del Nucleo valutario della Guardia di finanza, ha fornito utilità (tra cui lezioni di violino e sci, stipendio e contributi per la colf, il pagamento dell’affitto dei genitori) per oltre 500mila euro all’ex dirigente del Miur Giovanna Boda (anche lei indagata per corruzione) che in cambio, sempre secondo l’accusa, gli ha concesso una corsia preferenziale in vari affidamenti per un ammontare di circa 23 milioni di euro. A Boda sono stati sequestrati in via preventiva 340mila euro.
“Il mio assistito ha oggi lungamente e dettagliatamente risposto all’interrogatorio di garanzia, non avendo nulla da nascondere. Non un solo bando di gara è stato vinto dall’istituto da lui fondato e presieduto se non per l’enorme prestigio e l’assoluta credibilità guadagnati nel mondo della scuola italiana in decenni di attività di assoluta qualità professionale e di riconosciuta eccellenza culturale”, ha detto il difensore di Bianchi, l’avvocato e presidente delle Camere penali Gian Domenico Caiazza. “Con la dottoressa Boda intercorre un rapporto di antica e solida amicizia personale, mai tradottosi in alcuna attività istituzionale men che lecita”, aggiunge. “Il gip ha dato atto della piena disponibilità del mio assistito a rispondere a tutte le domande a lui poste e ha disposto all’esito la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari. Il tempo saprà essere galantuomo“.