Cronaca

A Savona c’è una frazione isolata da due anni. Marmorassi oggi è la ‘collina dei trolley’

Per capire se l’Italia sarà in grado di spendere i miliardi dei Recovery Fund bisogna recarsi a Marmorassi, sulle alture di Savona, dove “Confabitare” – l’associazione dei proprietari di immobili – segnala una storia che ricorda Le città invisibili di Italo Calvino.

I giardini e gli uliveti che fiancheggiano la strada offrono alcuni degli scorci più affascinanti della Liguria ma oggi Marmorassi potrebbe essere ribattezzata “La collina dei trolley” o “La collina dell’autostop”, perché da due anni è praticamente isolata dalla città.

“Il 24 novembre 2019 – racconta Gino Minutolo che vive qui da una vita – due giorni di pioggia hanno travolto i muretti a secco e hanno rovesciato una montagna di fango e pietre sulla strada che collega Marmorassi a Savona proprio all’ingresso della frazione. Siamo rimasti bloccati per tre giorni e, quando la frana venne rimossa, scoprimmo una crepa nel selciato dei tornanti che salgono al paese e che da allora sono transennati”.

Il nome della collina, “Marmorassi”, deriva dalla sua conformazione geologica: una pietra marmorea coperta da uno strato di terra ‘governato’ per secoli dai muretti a secco tipici delle zone collinari della Liguria, che oggi , a causa dell’abbandono delle campagne e dei cambiamenti climatici, sono sempre più fragili.

“Sulla strada passa a stento un’auto – racconta Giovanni Sambarino, presidente della ‘Società di Mutuo Soccorso Aldo Tambuscio’ – e non possono passare mezzi che pesano più di venti quintali, ma qui ci sono dei fuoristrada che li superano già a vuoto. Con cinque persone a bordo non potrebbero passare. Se uno deve ristrutturare una casa come fa? Un metro cubo di sabbia pesa 15 quintali, il mezzo che lo porta ne pesa altri 15 o venti… Chi ha il riscaldamento a gasolio in cima alla collina come fa? Mica potevano stare due anni al freddo. I mezzi della nettezza urbana – continua – pesano più di venti quintali e passano tutti i giorni”.

“Il problema più grosso – spiega Sambarino – è che, da due anni, hanno interrotto il servizio della corriera, cosa che colpisce almeno quattrocento persone. Il peso del mezzo viene calcolato a pieno cario (35 quintali) quindi non può passare. Questo colpisce i giovani che vanno a scuola e soprattutto gli anziani che debbono portarsi la spesa sui trolley per un chilometro e mezzo, oppure contare sui ‘passaggi’ di amici e conoscenti, cosa non facile in tempi di Covid”.

Il luogo dove raccolgo questa storia è la mitica “Società di Mutuo Soccorso Aldo Tambuscio”. Presidia l’ingresso del paese ed è dedicata a un partigiano vittima di una delle esecuzioni nazifasciste più feroci e gratuite della storia ligure: la strage di Valloria. La sera del 1° aprile 1944 alcune SS della 29° divisione di stanza a Savona – racconta il sito ‘Storia minuta’ di Adriano Maini – dopo aver abbondantemente bevuto in un’osteria, iniziano a litigare; parte un colpo di pistola che ferisce un commilitone, e i camerati inventano un ipotetico attacco di ribelli. Con la collaborazione del Prefetto e del capo degli Arditi le SS decidono che la vita di un tedesco vale quella di 13 italiani. Fra gli ostaggi fucilati il 5 aprile c’era anche Aldo Tambuscio.

In una città che sprofonda ogni giorno di più nel revisionismo, in cui la destra “Totiana” celebra Almirante e persino la storia di Pertini è stata violentata da un monumento che rimuove le due parole centrali della sua storia – Fascismo e Antifascismo – si direbbe che la memoria di Savona si sia ritirata sulle colline, nelle poche società sopravvissute al deserto culturale del Covid e del “sovranismo”. Quella di Marmorassi, che fu edificata dai soci nel tempo libero, tiene botta organizzando eventi, raviolate e corse campestri, ma la strada dissestata rende difficile mantenere quella coesione sociale che rende benemerite le associazioni benemerite come questa.

“In Comune dicono che la pratica per il ripristino della strada è pronta e che ci sono i fondi, ma non riescono a istruire la pratica per la gara d’appalto – dice sconsolato Giovani Sammarino – lunedì mattina ci han detto che non riescono a istruire la gara d’appalto per questioni di organico. Manca un dirigente. Ma io ricordo che anche per la perizia ci sono voluti mesi…”.

NB : il tratto di strada dissestato da due anni sarà lungo a dir molto 100 metri. Questo accade in un paese che si propone di risorgere spendendo in pochi anni 230 miliardi.