Era stata rinviata a giudizio per sfruttamento della prostituzione nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi, tra cui il G8 della Maddalena, che aveva coinvolto anche l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso. Poi, nel febbraio 2018, è stata assolta insieme a Bertolaso stesso, al quale – secondo le accuse – aveva procurato incontri sessuali con alcune “massaggiatrici”. Ora Regina de Fatima Profeta, brasiliana classe 1957, si candida al XIV Municipio di Roma nella lista di Forza Italia a sostegno di Enrico Michetti, come ricostruito da Repubblica nell’edizione online. Ballerina e soubrette televisiva (le prime esperienze con Pippo Baudo e Celentano, poi Indietro tutta di Renzo Arbore, Sereno Variabile e Quelli che il calcio), ha un figlio reso disabile da una malattia cardiaca. Si era già candidata al Campidoglio nel lontano 1997, correndo – con poco successo – nella lista civica di Francesco Rutelli. Ora ci riprova, realizzando l’ambizione di cui aveva parlato subito dopo essere stata assolta: “Faccio un appello a Silvio Berlusconi. Mi faccia lavorare, voglio aiutare tutti i disabili. Non sono una poco di buono. Volevo fare politica, ma me lo hanno impedito”.
Nella ricostruzione dell’accusa, il 14 dicembre 2008 aveva portato una delle sue ragazze al Salaria Sport Village di Roma di proprietà dell’imprenditore Diego Anemone (condannato a sei anni) dove si era consumato l’incontro sessuale con l’ex capo della Protezione civile. “Tutto ok?…ragazza? per l’amore di Dio…”, chiedeva a Monica, intercettata dai Carabinieri, subito dopo. “No, tutto sicuro… non fece niente… grazie a Dio…”. “È andato tutto bene?”. “Ho fatto un massaggio meraviglioso… lui ha visto le stelle…”. “Che buono!…dopo mi racconti…mi scrivi, okay?…parlare al telefono…”. “No, non c’è niente da raccontarti… guarda… a lui è piaciuto… l’ha adorato…“. “Quelle intercettazioni sono frasi fraintese e male interpretate e le accuse nei miei confronti sono solo fango su fango. Sto male, ho perso la fame, adesso voglio solo stare accanto a mio figlio”, spiegava lei. E il Tribunale in primo grado le ha dato ragione.