Il coronavirus è “una malattia curabilissima” e con una terapia domiciliare attivata “molto precocemente si possono liberare posti in terapia intensiva“. Tutta la comunità internazionale di scienziati, migliaia e migliaia di professori e ricercatori in tutto il mondo, non c’avevano pensato o, peggio, hanno fatto finta: per evitare i 130mila morti che la pandemia ha fatto in Italia, i reparti di rianimazione pieni, la sofferenza e la disperazione di decine di migliaia di famiglie, il rinvio di migliaia di esami medici per tutte le altre malattie, compresi gli screening oncologici, la soluzione c’era. Bastava chiedere al movimento Ippocrate.Org (si chiama così) il cui fondatore Mauro Rango era tra gli ospiti del convegno di tre giorni “Esperienze di cura dal mondo” organizzato al Senato grazie alla parlamentare torinese della Lega Roberta Ferrero e con la partecipazione di uno degli esponenti più noti – Alberto Bagnai – e perfino dall’assessore alla Salute della Regione Piemonte Luigi Icardi. Non è mancato il saluto deferente all’iniziativa da parte della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che nella serata di lunedì ha tentato una imbarazzata retromarcia perché – spiega lo staff – “non interviene su contenuti e lista dei partecipanti”. Anche Matteo Salvini, fa sapere il Corriere della Sera, arretra ben spaventato dal polverone provocato dal convegno organizzato e benedetto dai suoi, dicendo che “non era neppure informato dell’appuntamento”. Ma per i sensi di colpa è già tardi perché le proteste hanno già investito Lega e Palazzo Madama, in particolare virologi e ricercatori scientifici.
E allora cosa propongono i partecipanti del convegno? Sostengono che il Covid può essere “curato a domicilio e tutti possono guarire, se si segue fin dai primi giorni un protocollo che vede tra i suoi farmaci l’ivermectina, l’idrossiclorochina, il cortisone, l’eparina”, come dice Rango. Come ormai noto, l’ivermectina al momento non è autorizzata da nessuna agenzia del farmaco come cura Covid ma solo come antiparassitario (infatti viene usato per cavalli e mucche, è ormai celebre il tweet della Fda). L’uso in grande quantità invece provoca effetti collaterali importanti. Sull’idrossiclorochina il dibattito è stato lungo e controverso ma la conclusione è che dopo un po’ di studi la comunità scientifica sostiene il non utilizzo, sia come profilassi sia come terapia. Quanto a cortisone ed eparina, il loro utilizzo non nasce dai consigli del dottore Rango, studioso di scienze sociali e diritti umani, come lui stesso si presenta: è già utilizzato dai medici per i pazienti più gravi o con caratteristiche o patologie particolari. Ovviamente l’assunzione deve avvenire su consiglio del medico.
La Federazione degli ordini dei medici a questo proposito ricorda: “In nessun caso – si legge in una nota – il medico può adottare e diffondere pratiche diagnostiche o terapeutiche delle quali non sia resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica, valutabile dalla comunità professionale e dall’autorità competente. Né deve adottare o diffondere terapie segrete”.
Rango al convegno spiega: “Io non sono un medico – e diciamo che visto che si parla di medicina ci si potrebbe anche fermare qui – Io ho studiato scienza politica e diritti umani. In Africa mi sono occupato di accesso alle cure. Quando è iniziato il Covid vivevo a 600 km da Mauritius. Lontano dal mondo civile. Se si guarda un quadro impressionista da vicino, si perde il disegno e l’emozione e il trasporto”. Da dove sono nate queste “scoperte” di Rango e dei suoi collaboratori? Dalla convinzione che in Lombardia, regione guidata dalla Lega che ha ospitato il convegno in Senato, sbagliavano tutto, secondo Ippocrate.Org. “Non facevano terapie precoci, le persone andavano in ospedale, gli davano l’ossigeno e poi si vedevano le immagini delle bare. Allora provai a contattare i media per dire l’esperienza mauritiana: terapie domiciliari, idrossiclorochina e ivermectina, in ospedale plasma iperimmune. Appurai l’impossibilità. Allora ho creato un’associazione che dimostrasse che il Covid era una malattia curabilissima dalla quale si poteva non morire”.
Ma non solo di farmaci parlano gli intervenuti al convegno. Ma anche di diete, nutraceutica (“nutrizione” più “farmaceutica”), carenza di vitamina D. Per prevenire il contagio e la malattia da coronavirus si è parlato dell’importanza dei (testuale) “pilastri centrali della promozione della salute in prevenzione e trattamento”. Tra i pilastri ci sono la liquirizia, la spirulina, la barbabietola, la curcumina, ma anche – perché no – walks in the wood, la cui unica traduzione è proprio “passeggiate nei boschi”, e breathing exercise, esercizi di respirazione. A sorpresa manca non compare il paragrafo “bere molto e non uscire nelle ore più calde”. Nella cronaca attenta di Giovanni Rodriquez per Huffpost tuttavia si scopre anche che il direttore del comitato medico scientifico di Ippocrate.org Fabio Burigana ha detto che le società scientifiche “fanno oggi quello che un tempo faceva il clero quando impediva di leggere i vangeli” e che si è entrati “nella scienza postnormale, e quindi è corretto uscire dai binari stretti della scienza”.
Quercetina, Zinco, Spirulina e Liquirizia. Pure questi sono importantissimi eh. Ma non cielo dikono1!!1!! #COVID pic.twitter.com/wEQHMIngcL
— Giovanni Rodriquez (@GiovaQuez) September 13, 2021
“Da Stamina non abbiamo imparato niente. E a rimetterci sono i più deboli e i più sfortunati” è la reazione su Twitter il virologo Roberto Burioni, docente all’università San Raffaele di Milano. E aggiunge: “Mentre ci troviamo un grave pericolo sanitario, sociale ed economico il Senato ospita un convegno dove vengono raccontate pericolosissme bugie e promosso l’utilizzo di farmaci che non solo sono inefficaci, ma anche molto dannosi. Qualcuno deve risponderne”. Protesta Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe: “In una sala del Senato convegno sotto il segno (zodiacale?) delle fantomatiche #curedomiciliari con la benedizione della presidente Casellati”.
Ieri il Senato ha ospitato il convegno sulle terapie domiciliari con medici e politici no vax, sostenitori di teorie opposte a quelle delle autorità sanitarie mondiali. Tesi principale: applicazione del farmaco veterinario antiparassitario Ivermectina. Il Cicap chiede che le pic.twitter.com/0uIrRkKUqK
— CICAP (@cicap) September 14, 2021
“Con tutti i bravi scienziati di fama internazionale (per davvero) che l’Italia può vantare, a parlare in Senato ci va sta banda di matti. Bah. Italia puoi fare e avere di meglio” commenta sempre su Twitter Giacomo Gorini, immunologo che ha contribuito alla realizzazione del vaccino anti-Covid ad Oxford e ricercatore all’istituto Ragon che riunisce scienziati provenienti da Harvard, Mit e Massachusetts General Hospital. Aggiunge Gorini, con un thread sempre su Twitter: “Per chi non è del settore: quando un medico pensa che un farmaco funzioni contro una malattia, organizza uno studio e pubblica i dati. Se le terapie domiciliari funzionassero vedremmo i dati, non audizioni di quattro gatti senza metodo altrimenti anonimi. L’udienza ‘summit’, fra l’altro, è uno stratagemma del gatto e la volpe. Quando non si ha nulla da nascondere si va giù pesante di congressi e pubblicazioni con annessi grafici, tabelle, controlli. Loro non ce li hanno quindi inventano formati credibili a chi non ne sa. Chi non è, appunto, del settore, è giustificato perché è stato raggirato. Il Senato, che dovrebbe dare l’esempio, non è giustificabile nell’Italia che vogliamo. Figura invece fra i creduloni, se proprio non vogliamo mettere in dubbio la buona fede”. “Per ricordare cosa c’è in ballo: la vita delle persone – conclude – Le ‘cure domiciliari’ uccidono. La soluzione c’è: vaccinarsi. Se non lo si è fatto e si sta male, si chiama il 118, non si va sui gruppi Facebook”.