Il referendum sulla cannabis spacca Forza Italia. N el terzo giorno in cui è possibile firmare – e con 333mila sottoscrizioni già raccolte online – il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, ha chiesto alla televisione pubblica di dare adeguata informazione sulla raccolta delle firme. Barachini era intervenuto già da tempo sui quesiti referendari, scrivendo a presidente e amministratore delegato sulla necessità di dare adeguato spazio alle consultazioni. Ora è arrivata questa sollecitazione anche in vista della scadenza ravvicinata per la raccolta firme, possibili in modalità digitale, prevista per il 30 settembre. La mossa del presidente della commissione Vigilanza è arrivata dopo richiesta espressa non solo dei Radicali, ma anche di Elio Vito, che come Barachini è un esponente Forza Italia.
E infatti sempre Vito è il primo a esultare: “Voglio ringraziare Barachini – dice – rispondendo sollecitamente alla mia richiesta, ha voluto rappresentare ai vertici dell’Azienda ‘la necessità di dare adeguato risalto alla possibilità, solo recentemente introdotta, di sottoscrivere digitalmente la proposta referendaria e, quindi, all’esigenza di fornire un’adeguata informazione sulla relativa procedurà. La corretta informazione sulle diverse iniziative politiche e sulla possibilità che la legge riserva ai cittadini di potervi partecipare è, infatti, un preciso dovere del servizio pubblico, a tutela della possibilità di un partecipato e consapevole confronto democratico”. Un altro berlusconiano storico come Francesco Paolo Sisto, però, non è d’accordo. “L’espressione popolare è sovrana. Personalmente ritengo però che uno Stato non possa sponsorizzare sostanze che, in base alle unanimi risultanze di studi scientifici, possono provocare danni irreparabili alla salute, soprattutto per i più giovani. In un periodo in cui si fa molto spesso riferimento dell’articolo 32 della Costituzione, legalizzare l’uso di stupefacenti è una scelta che merita una riflessione molto, molto attenta”, dice il sottosegretario alla Giustizia, incarnando la vecchia posizione proibizionista di Forza Italia. Una posizione che oggi è tutt’altro che unitaria.