Cambi di casacche e giri di valzer tra un partito e l’altro. Esponenti no vax ed endorsement imbarazzanti. La liste per le elezioni amministrative a Bologna del 3-4 ottobre prossimi sono particolarmente variegate. Il Pd, favorito nella competizione elettorale, mira a incassare almeno un 60% di consensi per il candidato sindaco Matteo Lepore. Il “partitone”, dopo sanguinose primarie di coalizione in cui si è spaccato a causa della discesa in campo della renziana Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro di Savena, non è uscito indenne dalla guerra. La lista “Anche Tu Conti” della sindaca, a sostegno comunque di Lepore, ha guadagnato diversi nomi che vengono dal Pd. A partire dalla capolista, Maria Caterina Manca, fino a Rosa Amorevole, presidente uscente del Quartiere Santo Stefano.

Anche FdI ha fatto una massiccia “campagna acquisti”, spesso ai danni degli alleati Lega e Forza Italia. Nella sua lista è arrivato il consigliere comunale Umberto Bosco che, fino a pochi giorni fa, era iscritto al Carroccio, in cui militava da 16 anni. Bosco aveva sparato a zero contro alcuni estremisti di destra in lista con la Lega. Lista da cui, a sorpresa, è stato depennato per poi essere eliminato da tutte le chat whatsapp del partito, come ha raccontato lui stesso.

Si rifugia in casa di FdI anche Elena Foresti, ex grillina uscita dal Movimento appena pochi mesi fa, mentre per il quartiere Santo Stefano arriva Daniele Carella ex di Forza Italia. La coalizione di centrodestra sosterrà, a Bologna, il candidato sindaco Fabio Battistini e per lui è già arrivato un primo endorsement imbarazzante. In occasione della recente manifestazione organizzata dal movimento “UnaBolognachecambia”, sul palco di piazza Galvani, a sostegno del candidato, c’era anche Selene Ticchi. L’ex militante di Forza Nuova, ora nella Rete dei Patrioti-Movimento Nazionale, è divenuta celebre un paio d’anni fa per essersi presentata a Predappio indossando una maglietta con la scritta ” Auschwitzlandche imitava il logo della Disney e riproduceva l’immagine dell’ingresso del campo di sterminio. Ticchi, per questo motivo, è stata condannata dalla Procura di Forlì a 4 mesi di reclusione, convertiti in 9.050 euro di multa, per violazione della legge Mancino contro le discriminazioni razziali. Ora Ticchi è diventata un’agguerritissima “No Green Pass” ed è la voce del movimento “UnaBolognachecambia” che sostiene Battistini ed esprimerà tre candidati al consiglio comunale: Athena Marchesi e Cristiano De Martino nelle liste della Lega e Giorgia Campana per Fratelli d’Italia. Uno scivolone per Battistini che, informato dei trascorsi di Ticchi, ha commentato: “Lo scopro adesso”. L’aspirante sindaco, però, ha ribadito: “Sono vicino a questo movimento e c’è unità di intenti”.

Tornando ai cambi di casacca, il M5s cede candidati anche a favore della sinistra. La consigliera Dora Palumbo correrà come sindaco con Sinistra Unita. Lasciò i 5 Stelle nel 2018, dopo la formazione del governo giallo-verde con la Lega, entrando nel gruppo misto. Tra i candidati pentastellati riappare, invece, una vecchia conoscenza della politica bolognese: Dalio Pattacini, detto Dario, conduttore televisivo e radiofonico. Pattacini fu coinvolto nella vicenda che portò all’allontanamento di Andrea Defranceschi, l’allora consigliere regionale condannato dalla Corte dei Conti per l’utilizzo dei fondi assegnati ai gruppi per l’acquisto di spazi di programmazione disponibili dalle emittenti televisive. Pattacini fu uno degli intermediari tra i gruppi consiliari e la società che gestiva la compravendita degli spazi. Per la vicenda Pataccini, incensurato, non è mai stato indagato. Fu candidato dal M5s alle Regionali del 2014, scelta fortemente contestata da parte degli attivisti.

Il M5s riconferma, poi, come candidato, il consigliere comunale uscente Marco Piazza, rinviato a giudizio nel 2019 per un’ipotesi di irregolarità contestata per la vicenda delle firme false raccolte per le Regionali 2014. Il numero di firme che gli si attribuiscono è in realtà di appena sette su 1.431 raccolte dal consigliere, che si è sempre professato innocente. Il processo, rinviato all’infinito, non è mai stato calendarizzato e si avvia verso la prescrizione nel 2022. Il regolamento per le elezioni amministrative 2021 fissa l’incandidabilità solo per condannati o rinviati a giudizio per reati gravi o che ledono l’immagine o i principi del M5s. Piazza, incensurato ed esponente storico del Movimento, è stato quindi valutato idoneo alla candidatura. “Attendo giustizia da 7 anni – dichiara –, con piena fiducia nella magistratura. Ho raccolto 500 firme in più di quelle richieste: non avrei avuto nessun motivo per consegnarne sette irregolari”.

Cambio di orientamento politico anche per l’ex sindaco del Pd di Castenaso e renziano della prima ora, Stefano Sermenghi, candidato alla poltrona di primo cittadino di Bologna. Oggi è sostenuto da Gianluigi Paragone e dal suo movimento ItalExit, oltre che dalla lista “Bologna Forum Civico” che ospita tra i candidati Andrea Spettoli, già consigliere di quartiere con il centrodestra e Annalisa Gagliano che militava in Coalizione Civica, a sinistra del Pd. Nelle liste che si preparano alla corsa a Palazzo D’Accursio ci sono anche candidati contrari ai vaccini. Come capolista, ad esempio, Giorgia Meloni schiera Giancarlo Pizza, ex presidente dell’ordine dei medici che, alcuni anni fa, scrisse la prefazione del libro “Vaccino di Stato”, in cui si criticava l’obbligo vaccinale nelle scuole. C’è poi il no vax dichiarato Andrea Tosatto, candidato sindaco a Bologna del Movimento 3V.

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