Il vicepresidente esecutivo della Commissione e responsabile del Green deal, Timmermans, ammonisce chi fa leva sulle possibiliconseguenze sociali per cercare di frenare il passaggio dai combustibili fossili alle fonti pulite: "Spetta alla politica distribuire gli oneri e aiutare i vulnerabili. I prezzi delle rinnovabili sono rimasti bassi e stabili, devono diventare disponibili a tutti". E sul nucleare: "E' una scelta che dovranno fare gli Stati. Direi soltanto: guardate i costi. I costi dell’energia rinnovabile sono molto bassi, quelli dell’energia nucleare altissimi"
“Tutte le misure” previste nel pacchetto per la transizione energetica Fit for 55 “hanno un effetto sui prezzi” e il compito della politica è quello di “distribuire equamente” gli oneri e “assicurare che l’effetto sui prezzi non ricada sui più vulnerabili“. Gli Stati potranno anche dare sostegni diretti alle famiglie per affrontare i rincari dell’energia. Ma, invece che essere “paralizzati” dall’aumento dei prezzi dell’energia, questo dovrebbe essere uno stimolo ad “accelerare” la transizione verso le energie rinnovabili. Approfittando del fatto che “i prezzi delle rinnovabili sono rimasti bassi e stabili“, per cui vanno rese “disponibili a tutti”. L’auspicio, che suona anche come un nuovo ammonimento a chi agita lo spettro dei rincari delle bollette senza indicare soluzioni, arriva dal vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Frans Timmermans, che ha parlato alla plenaria del Parlamento Europeo del pacchetto presentato a luglio per rendere la legislazione Ue adatta all’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, tappa intermedia verso la neutralità climatica al 2050. “Non possiamo permetterci di avere il lato sociale” della questione “opposto a quello climatico, e vedo questo rischio molto chiaramente”.
L’aumento dei prezzi dell’energia, ha ricordato Timmermans, può essere attribuito per “circa un quinto a un aumento dei prezzi dovuti alla riduzione di Co2“, cioè al rincaro delle quote di emissione nell’ambito del sistema europeo Emission trading system. Il resto “è una conseguenza di una carenza sul mercato. Questa è l’ironia, se avessimo avuto il green deal cinque anni prima non avremmo avuto il problema, perché saremmo stati meno dipendenti dai combustibili fossili. Dobbiamo invece accelerare la transizione verso le rinnovabili, così l’energia a prezzi convenienti sarà disponibile a tutti”. Andare più veloci è del resto tassativo perché “bisogna trovare soluzioni alla minaccia esistenziale all’umanità” costituita dalla combinazione del “serio rischio di ecocidio e la crisi climatica. Se non agiamo ora, i nostri figli non ci perdoneranno, perché le cose finiranno fuori controllo. Non c’è scelta, dobbiamo agire”.
Timmermans, che nella commissione von der Leyen è responsabile del Green deal, è stato in realtà tra i primi a riconoscere di avere timori per le possibile ricadute sociali in termini di aumento dei costi. E ha per questo ottenuto che nel pacchetto Fit for 55 rientrasse l’istituzione di un fondo ad hoc, il Social climate fund, pensato proprio per aiutare i cittadini più deboli evitando che siano penalizzati. Lo strumento, che potrà servire anche a dare aiuti diretti a famiglie a basso reddito alle prese con i costi della transizione ecologica, sarà operativo però solo dal 2025. Nel frattempo intervenire spetta ai singoli Stati, che stanno individuando vari strumenti anche fiscali per calmierare i prezzi. “Gli Stati membri potranno fare loro scelte: potranno ridurre l’Iva, le accise sull’energia e dare diretto sostegno a famiglie”.
“Se crediamo che le emissioni nei trasporti stanno andando in alto e devono andare in basso”, mentre le emissioni degli edifici non stanno scendendo “abbastanza rapidamente”, dobbiamo “agire”, non farci “paralizzare” dal timore, ha insistito Timmermans. “La mia offerta a Consiglio e Parlamento è: guardiamo al Fit for 55 e miglioriamolo”, anche per assicurare “un’equa condivisione degli oneri tra le regioni. Credo che possiamo ancora sistemare le cose e impedire che la crisi climatica finisca fuori controllo”.
Quanto alla scelta se usare o meno l’energia nucleare “è una scelta che dovranno fare gli Stati membri, la Commissione è neutra. Noi sosteniamo gli Stati anche se fanno questa scelta. Direi soltanto: guardate i costi. I costi dell’energia rinnovabile sono molto bassi oggi, mentre quelli dell’energia nucleare sono altissimi. C’è la possibilità che ci sia bisogno, in un altro Paese di fare il nucleare, con il vantaggio, chiaro, di non avere emissioni. Ma c’è un costo molto alto e occorre un certo tempo prima che ci sia elettricità”.
Per l’Italia, il cui ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani si è detto a favore del cosiddetto nucleare di quarta generazione, sono arrivate comunque parole di apprezzamento: è un “esempio veramente ottimo” di come si possano utilizzare i fondi di Next Generation Eu per favorire la transizione a fonti di energia meno inquinanti, per Timmermans. “Quello che ha fatto è utilizzare il programma anche per fare la transizione energetica. E questo è essenziale, perché l’energia da fonti rinnovabili costa molto meno del gas naturale”.