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Università, il giorno del test per le professioni sanitarie: in 73mila tentano l’ingresso, ma c’è posto solo per un terzo dei candidati

La più accessibile rimane Infermieristica, con un posto ogni 2 candidati e mezzo, mentre l'impresa impossibile si conferma entrare a Fisioterapia: resteranno fuori in sette su otto, nonostante un leggero calo delle domande. Un posto su sei a Ostetricia, uno ogni tre per il corso da tecnici radiologi, uno su due per quello da tecnici di laboratorio

Sono quasi 73mila gli aspiranti infermieri, fisioterapisti e tecnici che hanno sostenuto il test d’ingresso ai corsi di laurea in professioni sanitarie, l’ultimo dell’area accademica medico-sanitaria, che segue la discussa prova di Medicina e chirurgia. Domande e modalità sono simili – 100 minuti per rispondere a 60 quesiti – ma i posti disponibili sono nettamente di meno: in tutto circa 29mila. Ad analizzare i numeri di questa nuova edizione – poi riportati sul portale Skuola.net – è la Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie. Le richieste per il test 2021 sono aumentate dello 0,3% rispetto all’anno scorso per tutte le professioni, ben del 12,4% per Infermieristica. A quest’ultimo corso, però, nonostante l’aumento del 13,6% della capienza delle sedi, riusciranno ad accedere solo poco più di 17mila matricole a fronte di quasi 28mila candidature. Questo significa che – quando va meglio – c’è un posto ogni due candidati e mezzo. E rispetto ad altri corsi non sono nemmeno pochi: non tutti gli aspiranti universitari sono infatti così fortunati.

L’impresa impossibile, ormai da diverso tempo, resta l’ingresso a Fisioterapia. Anche se gli iscritti al trest sono calati del 6,27% – dai 23mila dello scorso anno ai 22mila di questo – ben sette su otto tra loro resteranno fuori: i posti infatti sono solo 2.597. Difficile anche la corsa all’accesso a Ostetricia: poco più di un migliaio di posti a fronte di circa 6mila candidati. Decisamente più rosea la prospettiva per gli aspiranti tecnici di radiologia: il test ha registrato un rialzo di candidati del 14,8% – da meno di 3mila iscritti a più di 4 mila – ma ci sono comunque possibilità di successo per uno su tre. Per l’accesso al corso che conduce a diventare tecnici di laboratorio, invece, le chance di farcela sono addirittura una su due.

A influenzare o meno le probabilità di successo è anche la scelta dell’ateneo, secondo l’analisi regionale di Angelantonio Mastrillo, segretario aggiunto della Conferenza permanente. Le università del Lazio infatti hanno fatto registrare un +6,7% delle richieste, con quasi 10mila candidati, il che ovviamente ha reso più combattuti i posti a disposizione. Anche la Puglia sembra vivere un rinnovato appeal: numerosi studenti, infatti, tentano ormai di non spostarsi dal territorio d’origine e la Regione registra un aumento del 7,5% degli iscrittial test che toccano quasi quota 6mila. Le aspiranti matricole campane – in salita del 5,5% – arrivano invece a 6.500. Tendenza opposta per gli atenei piemontesi (che hanno l’11,4% candidati in meno rispetto allo scorso anno) e lombardi (-2,8%).