Il tifoso, 17enne all'epoca dei fatti, ha scontato 8 anni e 8 mesi di carcere: "Non mi hanno fermato, solo identificato", dice. Il segretario generale Siap Giuseppe Tiani auspica una "risposta severissima" contro "ultras che tentano di sfidare lo Stato e le regole della giustizia sportiva"
Antonino Speziale, l’ultras che ha scontato 8 anni e 8 mesi di carcere per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti il 2 febbraio del 2007, è stato identificato allo stadio di Catanzaro mentre entrava – insieme ad altri 40 tifosi etnei – per assistere all’incontro di Coppa Italia tra la squadra locale e il suo Catania. Al gruppo è stato sequestrato uno striscione. “Sì, stavo allo stadio ma non ci hanno fermato, ci hanno solo identificato”, ha detto Speziale all’AdnKronos. Mentre il suo avvocato Giuseppe Lipera specifica che le forze dell’ordine “hanno controllato i documenti a tutti” e che sullo striscione c’era scritto “Catania curva Nord”. All’epoca dell’omicidio di Raciti Speziale aveva 17 anni.
“È incredibile che non sia stato fatto un Daspo a questa persona, è possibile dopo tutto quello che ha combinato? O non ce l’ha, e qualcuno ha omesso questa cosa, o ce l’ha, e allora infrange la legge“, commenta Franco Maccari, vicepresidente del sindacato Fsp della Polizia di Stato. “Il tentativo di Speziale, nonostante anni di carcere e l’omicidio di Raciti, denota che probabilmente il periodo detentivo così come la certezza della pena non sono sufficienti per ultras che tentano di sfidare lo Stato e le regole della giustizia sportiva. Auspichiamo una risposta severissima per il rispetto dovuto nei confronti dei tanti tifosi e di quegli ultras che rispettano le regole ed evitano ogni forma di violenza”, dice invece il segretario generale del Siap Giuseppe Tiani.