Ai dottori e dottoresse, a chi si occupa di epidemie e virus, chiedo di fare un passo indietro. Di più: spegnersi dalla televisione, tacere dalla carta stampata. Congelate i vostri social. Mi rivolgo a chiunque abbia ceduto alla vertigine della televisione, del palcoscenico, del festival, della testata, dell’editoria: basta. Da quei pulpiti per me ormai fate solo casino, siete un mazzo da briscola d’opinione, la scambio delle figurine: cosa mi dai per Galli? Ho Crisanti doppio, vuoi? Viola per Burioni? Capua per Zangrillo e Bossetti? Manca… célo.
Ormai fate solo casino perché è da dove vi esprimete che non se ne esce più, siete troppi, siete un segno zodiacale, un oroscopo a cui credere se porta bene alla propria squadra. Siete inquilini di un condominio che rispondono contemporaneamente al citofono, anche quando nessuno ha premuto il campanello, ma non potete più fare a meno di elargire il vostro verbo, declinato rigorosamente sul proprio ego. Basta.
Fate ciò che siete, con la vostra scienza, l’esperienza, la passione e il giuramento che avete fatto un tempo: siate straordinari, ma fatelo dall’ambulatorio, dalla sala d’attesa, dalla corsia d’ospedale, dove le persone comuni possano tornare a sapersi guardate, meno ascolti e più ascolto e quando aprite bocca parlate a noi, non a una platea, perché solo così ritroviamo fiducia in voi.
Siete importantissimi, ma più lo sarete a luci spente e più quelli come noi sceglieranno in chi credere sulla base della scienza e non della preferenza. E se proprio non potete farne a meno, se la telecamera vi dà dipendenza, se non vi basta mai il reality di voi altri… mentre siete lì, in onda, almeno dite qualcosa sugli aumenti di luce, gas e bollette, prima che la prossima ondata sia da infarto. Vuoi mai che siate anche oracoli di cardiologia.