Scienza

Covid, lo studio sulla terza dose: “Anticorpi 10 volte superiori rispetto a quelli rilevati dopo la seconda”

Israele ha iniziato la campagna lo scorso primo agosto partendo con la fascia più anziana della popolazione, con un’età superiore ai 60 anni, per poi abbassare gradualmente l’età ed estendere la terza dose a tutti coloro che hanno compiuto il dodicesimo anno di età

Da Israele dove quasi 3 milioni di persone hanno ricevuto la terza dose di vaccino anti Covid arrivano i primi dati sulla protezione offerta da quello che viene chiamato booster. Secondo lo studio dell’ospedale Sheba di Ramat Gan vicino Tel Aviv sullo personale interno la terza iniezione innesca livelli di anticorpi dieci volte superiori rispetto a quelli rilevati dopo la seconda. Lo studio – ripreso dai media – ha messo in comparazione i livelli di anticorpi del personale una settimana dopo la terza dose con quelli dello stesso personale una settimana dopo la seconda dose.

Tel Aviv ha iniziato la campagna lo scorso primo agosto partendo con la fascia più anziana della popolazione, con un’età superiore ai 60 anni, per poi abbassare gradualmente l’età ed estendere la terza dose a tutti coloro che hanno compiuto il dodicesimo anno di età. Una scelta dettata dall’osservazione di una riduzione di protezione da parte del vaccino dopo il quinto mese dalla seconda dose e dal dilagare della variante Delta più trasmissibile e contagiosa della variante Alfa. Al vaglio anche la possibilità di una quarta dose se la situazione epidemiologica lo richiedesse.

Non tutti sono favorevoli alla somministrazione generalizzata della terza dose- All’inizio di questa settimana, 18 scienziati e due funzionari uscenti della Food and drug administration hanno affermato che al momento non è necessario che la popolazione generale riceva una terza dose. Il rapporto, pubblicato sulla rivista medica The Lancet, ha concluso che anche con la minaccia della variante iperinfettiva Delta del virus, “dosi di richiamo per la popolazione generale non sono appropriate in questa fase della pandemia”. Ma, secondo quanto riporta Politico, la decisione dell’amministrazione Biden – di spingere per la terza dose del vaccino per il Covid si basa su dati non ancora pubblici che arrivano dalla campagna di immunizzazione di Israele, e dai quali emerge che la capacità del vaccino Pfizer di prevenire i casi gravi e i ricoveri svanisce nel tempo. Dati che dovrebbero essere resi noti nei prossimi giorni.

Intanto in Italia è partita la somministrazione della terza ai fragili: la Asl di Rieti, informa una nota, ha somministrato nella giornata di ieri il siero a 40 soggetti vulnerabili. Si tratta di trapiantati di organo solido che avevano già completato il primo ciclo vaccinale nei mesi scorsi e nei prossimi giorni partiranno anche le altre regioni. Sono dieci le categorie di pazienti che riceveranno prioritariamente la terza dose: oltre i trapiantati ci sono malati oncologici con determinate specificità.