Con scoramento, nei centri antiviolenza, abbiamo appreso della lunga sequela di femminicidi avvenuti dai primi di settembre. Dall’inizio del mese sono stati sette in nove giorni su un totale di 83 donne nel 2021.
Lunedì è stata uccisa Sonia Lattari a Fagnano Castello, nello stesso giorno ad Agnosine, Giuseppina De Luca e ancora Rita Amenze, Eleonora Di Vicino, Angelica Saklis, Ada Rotini e Chiara Ugolini e prima di loro, tutte le altre. Piera Muresu invece è sopravvissuta ai due proiettili esplosi da Adriano Piroddu che poi si è suicidato. Dal suo letto d’ospedale, Piera (così ho letto su alcuni quotidiani), ha descritto lo sguardo del compagno che le stava sparando, senza vedere più in lei la compagna ma un’estranea, una nemica da colpire o abbattere a qualunque costo e a qualunque prezzo che sia lasciare figli orfani o affrontare il carcere o il suicidio.
I femminicidi non calano e restano costanti negli anni, lo ripetiamo da anni. Si lavora ad un cambiamento culturale, si promulgano leggi e realizzano progetti per tutelare le donne ma le resistenze culturali restano fortissime. Ci sono anche a livello politico lacune e ritardi imperdonabili come quello del governo che non ha ancora varato il nuovo Piano Nazionale antiviolenza scaduto nel 2020.
Antonella Veltri, presidente Dire ha commentato con amarezza i femminicidi che sono avvenuti negli ultimi giorni: “Non è più accettabile contare il numero dei femminicidi in Italia. È indispensabile che le istituzioni tutte si facciano carico della mattanza cui stiamo assistendo, con urgenza e concretezza. Dalla magistratura alle forze dell’ordine siamo tutte e tutti coinvolte/i – prosegue Veltri – Noi siamo in prima linea, ma i centri antiviolenza da soli non bastano. Tanto più che sta per chiudersi il 2021 e del nuovo Piano nazionale antiviolenza, scaduto nel 2020, finora abbiamo solo sentito parlare. Chiediamo un impegno concreto perché si mettano in campo nell’immediato misure per affermare il rispetto dei generi e prevenire la violenza alle donne, partendo da quanto prevede la Convenzione di Istanbul, che è legge dal 2014 ma resta sostanzialmente inapplicata. E a pagare con la vita sono ancora una volta le donne”.
Dopo la ratifica della Convenzione di Istanbul, quella Carta tanto invocata quanto non rispettata, da nord a sud della Penisola si misurano due forze di pari entità e contrarie: quella mossa da chi vuole relazioni libere dalla violenza e quella mossa da chi resiste al cambiamento, che vi si oppone con determinazione. Desiderio di libertà e voglia di autoritarismo e potere si giocano anche sui corpi delle donne. Sono forze che si misurano nei tribunali, nei sevizi sociali, nei consigli comunali, nelle scuole e università, negli ordini professionali, sui social saturi di odio soprattutto verso le donne.
Si parla di femminicidio e lo si nega; si incoraggiano le donne a denunciare ma poi si archiviano tante, troppe denunce. Lo svelamento di ciò che si commette tra le mura di casa, viene derubricato a “conflitto” o anche a “fatto accidentale”: così motivava un gip, l’archiviazione di una denuncia fatta da una donna che era dovuta ricorrere alle cure del Pronto soccorso dopo essere stata malmenata dal marito per l’ennesima volta. Quel giudice aveva visto la piccola punta di un iceberg, solo un ampio livido su una gamba ma sotto la superficie della routine, del sovraccarico di lavoro (sappiamo che le procure sono oberate) o dei pregiudizi che rendono invisibile la violenza, c’erano vessazioni e maltrattamenti a cui assistevano anche bambini che pregavano il padre cocainomane, di tornare ad essere quello di un tempo.
Quella donna non ha più denunciato ed è tornata a casa e si spera che non vada incontro ad un’altra morte accidentale. Questa è solo una delle tante storie che spiega perché solo due donne su dieci denuncia violenza in famiglia.
Si contrasta la sottocultura sessista con la consapevolezza che si naviga in un mare di contraddizioni. Si installano le panchine rosse dedicate alle vittime di femminicidio e c’è chi le vandalizza e c’è un paese intero che applaude il feretro di un uomo che si è suicidato dopo aver ferito gravemente la compagna.
E c’è un consigliere comunale a Porto Torres, non il primo politico ad essere condannato per violenza, che patteggia 1 anno e 4 mesi per maltrattamenti ma non si dimette e resta al suo posto ritenendosi degno di rappresentare ancora lo Stato.
E in mezzo a queste mille contraddizioni continuiamo a ripetere e a chiedere quel cambiamento che una parte del Paese nega, stanche di contare i femminicidi.
@nadiesdaa
Nadia Somma Caiati
Responsabile Centro antiviolenza Demetra
Diritti - 15 Settembre 2021
Femminicidi, siamo stanche di contare le morti
Con scoramento, nei centri antiviolenza, abbiamo appreso della lunga sequela di femminicidi avvenuti dai primi di settembre. Dall’inizio del mese sono stati sette in nove giorni su un totale di 83 donne nel 2021.
Lunedì è stata uccisa Sonia Lattari a Fagnano Castello, nello stesso giorno ad Agnosine, Giuseppina De Luca e ancora Rita Amenze, Eleonora Di Vicino, Angelica Saklis, Ada Rotini e Chiara Ugolini e prima di loro, tutte le altre. Piera Muresu invece è sopravvissuta ai due proiettili esplosi da Adriano Piroddu che poi si è suicidato. Dal suo letto d’ospedale, Piera (così ho letto su alcuni quotidiani), ha descritto lo sguardo del compagno che le stava sparando, senza vedere più in lei la compagna ma un’estranea, una nemica da colpire o abbattere a qualunque costo e a qualunque prezzo che sia lasciare figli orfani o affrontare il carcere o il suicidio.
I femminicidi non calano e restano costanti negli anni, lo ripetiamo da anni. Si lavora ad un cambiamento culturale, si promulgano leggi e realizzano progetti per tutelare le donne ma le resistenze culturali restano fortissime. Ci sono anche a livello politico lacune e ritardi imperdonabili come quello del governo che non ha ancora varato il nuovo Piano Nazionale antiviolenza scaduto nel 2020.
Antonella Veltri, presidente Dire ha commentato con amarezza i femminicidi che sono avvenuti negli ultimi giorni: “Non è più accettabile contare il numero dei femminicidi in Italia. È indispensabile che le istituzioni tutte si facciano carico della mattanza cui stiamo assistendo, con urgenza e concretezza. Dalla magistratura alle forze dell’ordine siamo tutte e tutti coinvolte/i – prosegue Veltri – Noi siamo in prima linea, ma i centri antiviolenza da soli non bastano. Tanto più che sta per chiudersi il 2021 e del nuovo Piano nazionale antiviolenza, scaduto nel 2020, finora abbiamo solo sentito parlare. Chiediamo un impegno concreto perché si mettano in campo nell’immediato misure per affermare il rispetto dei generi e prevenire la violenza alle donne, partendo da quanto prevede la Convenzione di Istanbul, che è legge dal 2014 ma resta sostanzialmente inapplicata. E a pagare con la vita sono ancora una volta le donne”.
Dopo la ratifica della Convenzione di Istanbul, quella Carta tanto invocata quanto non rispettata, da nord a sud della Penisola si misurano due forze di pari entità e contrarie: quella mossa da chi vuole relazioni libere dalla violenza e quella mossa da chi resiste al cambiamento, che vi si oppone con determinazione. Desiderio di libertà e voglia di autoritarismo e potere si giocano anche sui corpi delle donne. Sono forze che si misurano nei tribunali, nei sevizi sociali, nei consigli comunali, nelle scuole e università, negli ordini professionali, sui social saturi di odio soprattutto verso le donne.
Si parla di femminicidio e lo si nega; si incoraggiano le donne a denunciare ma poi si archiviano tante, troppe denunce. Lo svelamento di ciò che si commette tra le mura di casa, viene derubricato a “conflitto” o anche a “fatto accidentale”: così motivava un gip, l’archiviazione di una denuncia fatta da una donna che era dovuta ricorrere alle cure del Pronto soccorso dopo essere stata malmenata dal marito per l’ennesima volta. Quel giudice aveva visto la piccola punta di un iceberg, solo un ampio livido su una gamba ma sotto la superficie della routine, del sovraccarico di lavoro (sappiamo che le procure sono oberate) o dei pregiudizi che rendono invisibile la violenza, c’erano vessazioni e maltrattamenti a cui assistevano anche bambini che pregavano il padre cocainomane, di tornare ad essere quello di un tempo.
Quella donna non ha più denunciato ed è tornata a casa e si spera che non vada incontro ad un’altra morte accidentale. Questa è solo una delle tante storie che spiega perché solo due donne su dieci denuncia violenza in famiglia.
Si contrasta la sottocultura sessista con la consapevolezza che si naviga in un mare di contraddizioni. Si installano le panchine rosse dedicate alle vittime di femminicidio e c’è chi le vandalizza e c’è un paese intero che applaude il feretro di un uomo che si è suicidato dopo aver ferito gravemente la compagna.
E c’è un consigliere comunale a Porto Torres, non il primo politico ad essere condannato per violenza, che patteggia 1 anno e 4 mesi per maltrattamenti ma non si dimette e resta al suo posto ritenendosi degno di rappresentare ancora lo Stato.
E in mezzo a queste mille contraddizioni continuiamo a ripetere e a chiedere quel cambiamento che una parte del Paese nega, stanche di contare i femminicidi.
@nadiesdaa
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La violenza sulle donne è un crimine che va combattuto come le mafie. Per questo servono scuola, competenze e welfare
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Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche italiane sul fatto che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche italiane sul fatto che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche italiane sul fatto che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - “Paolo Berizzi ha fatto emergere il pericolo dei gruppi neonazifascisti e i loro rapporti con mafie, curve e ultras. Per questo è sotto scorta. Ora si viene a sapere di insulti rivoltigli da parlamentari di FdI. Vergogna. Dovreste ringraziarlo: vi ricorda ogni giorno la Costituzione“. Lo scrive sui social il senatore Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione Antimafia, in riferimento alle chat dei parlamentari di FdI nelle quali il giornalista di Repubblica viene più volte offeso e insultato da esponenti del partito della premier Meloni.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche che hanno accompagnato in Italia la notizia che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Sono profondamente addolorato per i fatti di Mannheim. Rivolgo il mio cordoglio ai familiari delle vittime, la mia vicinanza ai feriti e a tutta la comunità tedesca. Ogni forma di violenza è inaccettabile e va condannata e contrastata con fermezza". Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "L’ufficio del procuratore generale della Federazione Russa ha dichiarato oggi l’Alde e il suo movimento giovanile come indesiderati nel Paese. Come +Europa, che fa parte della famiglia dei liberaldemocratici europei, non possiamo che definirci orgogliosi di essere sgraditi da Putin. Un sentimento che contraccambiamo: eravamo, siamo e resteremo lontani anni luce da un Paese invasore che usa la forza militare per invadere un paese libero e democratico come l’Ucraina, dove si proteggono i diritti civili e le libertà personali, al contrario della Russia di Putin. L’essere sgraditi a Mosca è una medaglia che ci appuntiamo sul petto”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.