Orrore e rabbia alle isole Faroe. Oltre 1.500 delfini sono stati massacrati e uccisi nella tradizionale caccia che da secoli si svolge nel Paese. Le terribili immagini, diffuse dall’organizzazione Sea Shepherd, che mostrano i cadaveri dei mammiferi sulla battigia di Skalabotnur, a Eysturoy, e il mare color rosso sangue hanno fatto il giro dei social media scatenando l’ira degli ambientalisti ma anche di alcune organizzazioni che partecipano all’evento. La Grindadrap, così si chiama la pratica barbarica, si è tenuta domenica 12 settembre e consiste nel trascinare i mammiferi, soprattutto balene, a riva e poi massacrarli con dei coltelli.
Ogni anno, riporta la Bbc, vengono sgozzate circa 600 balene e 35-40 delfini. Il massacro di domenica scorsa è stato però di dimensioni senza precedenti: il triste record precedente risaliva al 1940, quando ne furono uccisi 1200. “È stato un grande errore“, ha ammesso il presidente dell’Associazione balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg, dopo le polemiche. Secondo i media locali, la reazione della popolazione è stata “di smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande” di delfini uccisi. Tuttavia un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene.
Video Facebook/Sea Shepherd Italia