Stellantis nel mirino dei sindacati. È la conseguenza immediata dell’ultima decisione presa dal gruppo italo francese nato dalla fusione tra Fca e Psa, che mercoledì 15 settembre ha annunciato una riduzione da 18 a 15 dei turni di lavoro settimanali nello stabilimento Sevel di Atessa, in provincia di Chieti, dove si producono veicoli commerciali. Colpa ancora una volta della carenza di semiconduttori e in particolare di un chip nella centralina Abs Bosch fornita da un impianto malese, si è giustificata la società presieduta da John Elkann, ma le sigle temono sia l’avvio di una riorganizzazione della struttura produttiva che avrà come conseguenza l’eccedenza di oltre 900 operai. E per questo invocano l’intervento del governo con l’apertura di un tavolo presso il ministero dello Sviluppo Economico guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti. Alla richiesta si uniscono i 52 sindaci del comprensorio del Sangro Aventino e della Frentania, secondo i quali serve un tavolo di concertazione con Stellantis.
Come comunicato dalla direzione dell’azienda controllata da Stellantis, in conseguenza delle modiche alla turnazione a 300 dipendenti in somministrazione non sarà rinnovato il contratto mentre i restanti 6o0, tutti lavoratori distaccati da altre fabbriche, torneranno nei siti di provenienza dove però saranno posti in cassa integrazione. Un esito che vanifica gli sforzi fatti finora dai sindacati, che a giugno erano riusciti ad aprire un confronto sul futuro piano industriale con il nuovo management del colosso e poi a luglio avevano raggiunto un accordo per l’impianto di Melfi oltre ad ottenere l’impegno da parte del gruppo a realizzare in Italia, a Termoli, la nuova fabbrica di batterie per veicoli elettrici. “La situazione sta precipitando”, ha detto il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano, aggiungendo che “nei giorni scorsi abbiamo sollecitato la convocazione del tavolo Stellantis al Mise perché crediamo che la situazione del gruppo debba essere presa in carico dal Presidente del Consiglio“.
Una posizione, quella di Uliano, condivisa tramite una nota anche da Fiom Cgil: “È innegabile l’esistenza di un problema di approvvigionamento di componenti che riguarda tutto il settore dell’automotive, ma continuiamo a pensare che il nuovo stabilimento di Gliwice, in Polonia, stia determinando anche nuove strategie da parte di Stellantis“. “La decisione di riportare lo stabilimento a 15 turni creerà delle conseguenze che avranno una ripercussione diretta sull’occupazione a partire dai precari, non solo della Sevel, ma di tutte le aziende dell’indotto e dei servizi”, prosegue il documento, “e per questo crediamo sia urgente stabilizzare i precari e avviare un contratto di espansione per favorire l’aggancio alla pensione dei più anziani”.
“La crisi di approvvigionamento dei microchip rende oramai inaccettabile l’atteggiamento di inerzia del ministero dello Sviluppo economico, che nonostante le ripetute sollecitazioni non si decide a riconvocare il tavolo di confronto con Stellantis insediato a giugno”, ha reagito Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. “Abbiamo scritto al Ministro Giorgetti per chiedere la ripresa immediata del confronto e per segnalare che la crisi di approvvigionamento dei microchip sta colpendo molto duramente le fabbriche italiane, da ultimo la Sevel”, ha proseguito, sottotitolando come questa situazione provochi “un immediato problema salariale e in prospettiva pesanti rischi occupazionali e industriali”.
L’azienda dal canto suo fa sapere che “le fluttuazioni dei mercati nazionali e internazionali generate dalla pandemia e dalla carenza di chip sono fonte di un crescente senso di incertezza e l’azienda sta attuando le migliori soluzioni logistiche per difendere i propri lavoratori e l’intera organizzazione”. “La conclusione di una parte dei contratti di somministrazione in Sevel rientra nelle normali attività di gestione della forza lavoro di Stellantis in tutti gli stabilimenti europei nell’ambito di questi momenti di instabilità che riguardano tutto il settore automotive mondiale”, aggiunge il gruppo che ribadisce: “Il nostro obiettivo è tutelare l’azienda ed i propri lavoratori. L’evoluzione della situazione, considerata l’incertezza della stessa, è monitorata quotidianamente”.