Di solito pensiamo alle discipline scientifiche e umanistiche come a mondi separati. Certo, i metodi d’indagine e di costruzione del sapere differiscono: ma i nessi, più o meno celati, non scarseggiano, e anzi consentono di meglio comprendere la realtà.

Di tutte le scienze, la più “umanistica” è forse la Medicina, che ha per oggetto la salute del corpo (e della psiche) di uomini e donne. Intrattiene rapporti stretti con le discipline “dure” – matematica, fisica, chimica, informatica e così via – ma si intreccia anche con la storia, il diritto, la sociologia, la letteratura, l’arte. In ogni sua forma, da millenni, lotta per sottrarre la vita alla morte: è dunque legata alle speranze degli esseri umani, degli individui come della comunità.

In questo senso, segnalo un libro rivelatore e affascinante, Luigi Bolondi Felicitations Volume (Milano, Mimesis, 2021). Intitolato a un insigne esponente della Scuola medica dell’Ateneo di Bologna, è il dono che colleghi e amici gli offrono per i suoi 70 anni in riconoscimento di una carriera ammirevole. Sono 25 saggi, in italiano e in inglese, che spaziano dalla ricerca medica più avanzata alla storia della medicina, alla letteratura, al diritto, e così facendo danno una panoramica degli ampi interessi culturali del festeggiato.

Chi è il festeggiato? Fabio Piscaglia, ordinario di Medicina interna a Bologna, traccia un quadro sintetico dell’attività scientifica e organizzativa di questo “lungimirante pioniere”, uno dei fondatori della semeiotica ecografica. Ventottenne, Bolondi pubblicò Ultrasuoni in gastroenterologia, riferimento imprescindibile per medici italiani e stranieri. Ha tracciato le linee guida internazionali per l’uso dell’eco-doppler del sistema portale epatico e dell’ecografia con contrasto del fegato, tecniche di grande impatto sull’interventistica addominale.

Leader nel campo dell’epatocarcinoma, è stato tra i promotori della prima consensus conference internazionale sulla gestione clinica di tale malattia. Negli anni Novanta ha progettato un Laboratorio scientifico pluridisciplinare, realizzato a Bologna nel Centro di Ricerca biomedica applicata (Crba), in competizione con i più attrezzati laboratori del pianeta. Ha fondato la prima Società italiana di Ultrasonologia e ha ideato un day service che prendesse in carico pazienti transitati dal pronto soccorso, ma di media gravità.

Alcuni contributi del volume presuppongono conoscenze mediche avanzate. È il caso delle avveniristiche ricerche sulla “trasduzione del segnale inositide dipendente nel nucleo”, o sulla “genetica e genomica delle popolazioni umane” e la “medicina evolutiva”: la malattia andrebbe analizzata non solo nelle sue cause prossime, bensì anche alla luce della “storia filogenetica dell’uomo scritta nel suo genoma”, nonché degli adattamenti del corpo all’ambiente.

Altri saggi sono alla portata del lettore non specialista. Ne segnalo soltanto alcuni. Un medico e un iranista, Maurizio Alberani e Antonio Panaino, ritornano sul caso di Democede di Crotone, medico greco, schiavo dei persiani, che il re Dario preferì ai medici egiziani. I due studiosi, in un discorso avvincente intessuto sulle rispettive competenze, dimostrano come un incidente dolorosissimo procurasse a Dario una frattura “relativamente benigna” dell’astragalo, e non la lussazione completa. Non curata subito, questa avrebbe infatti portato l’osso a necrosi asettica; e sarebbe stato impensabile che un re, nel suo lungo regno, manifestasse un deficit motorio così accentuato: la storia tramandata da Erodoto fu dunque probabilmente gonfiata.

Il classicista Renzo Tosi elenca proverbi greci e latini riguardanti medici e medicine. Alcuni sono giunti fino a noi, “Divinum est sedare dolorem” (è cosa divina sedare il dolore), “Prima digestio fit in ore” (la prima digestione avviene in bocca), “Si fore vis sanus, ablue saepe manus” (se vuoi essere sano, lavati spesso le mani): essenziale in tempi di pandemia.

Non mancano i saggi giuridici. Giusella Finocchiaro, ordinaria di Diritto di Internet e Diritto privato, discute un tema scottante – il trattamento dei dati personali in ambito sanitario – che investe problematiche legali delicate: la loro protezione, il diritto alla salute, l’efficienza della pubblica amministrazione. Il cardiologo ferrarese Claudio Rapezzi, appassionato lettore di romanzi polizieschi, traccia un gustoso quadro analogico tra metodo clinico e metodo investigativo: il medico punta a identificare la malattia, il detective l’assassino, debbono dunque possedere qualità simili a quelle variamente esibite da Auguste Dupin, Sherlock Holmes, Miss Marple, Hercule Poirot, l’ispettore Maigret, il tenente Colombo, giù giù fino al dottor House. Nel formulare un orientamento diagnostico, il clinico deve saper interpretare le congruenze e incongruenze fra i singoli esami e i rilievi semiologici: “valorizzare ciò che c’è, ma anche ciò che manca, e quindi ripartire correggendo l’errore”.

Volume bellissimo, questo per Luigi Bolondi, esponente d’eccellenza della Medicina, al quale tanti pazienti portano immensa gratitudine.

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