Il commerciante padovano è stato condannato con sentenza definitiva a 4 anni e 11 mesi di reclusione per tentato omicidio: da qualche giorno si trova in carcere. Nel 2013 ferì un ladro che si era introdotto nel suo giardino alle spalle, caricandolo in macchina e abbandonandolo in un fosso. Fratelli d'Italia anticipa la richiesta di grazia, mentre Salvini annuncia: "Andrò a trovarlo"
Lega e Fratelli d’Italia si fanno concorrenza sul caso di Walter Onichini, il macellaio padovano di Camponogara finito in carcere per aver sparato nel 2013 a uno dei ladri che erano entrati nel suo giardino e avevano cercato di rubargli l’auto. Lo aveva mirato con un fucile dal poggiolo, ferendolo, poi lo aveva caricato in auto e abbandonato in un fosso. Solo allora aveva dato l’allarme, consentendo ai sanitari di rintracciare la vittima e salvargli la vita: si trattava del trentenne Elson Ndreca, albanese, che si trovava in Italia illegalmente dopo essere stato espulso. L’accusa di tentato omicidio è costata a Onichini una condanna a 4 anni e 11 mesi di reclusione. La sentenza di primo grado è stata confermata da qualche giorno dalla Cassazione e così per l’uomo si sono spalancate le porte del carcere di Santa Maria Maggiore.
Il ha fatto discutere e che ora mobilita i due partiti del centrodestra, impegnati a mettere il cappello su una vicenda che in sé racchiude i temi dell’immigrazione irregolare, della delinquenza e anche della legittima difesa, esclusa dai giudici nella fattispecie perché il ladro, che si stava allontanando, era stato colpito alle spalle. Fratelli d’Italia si dice pronta a chiedere la grazia al presidente della Repubblica, mentre Matteo Salvini ha annunciato: “Andrò a trovarlo in carcere”. Una corsa alla solidarietà che però ha visto i rappresentanti del partito della Meloni arrivare per primi: da Onichini in carcere, infatti, siamo già andati i senatori Luca De Carlo (coordinatore per il Veneto) e Galeazzo Bignami. “Stiamo valutando se esistono i presupposti per chiedere la grazia”, ha detto De Carlo, “non è tollerabile assistere ancora al paradosso tutto italiano che vede chi si difende in galera e chi delinque in libertà”.
In campo è sceso anche il consigliere regionale di FdI Joe Formaggio che ha coinvolto Graziano Stacchio, il benzinaio che il 3 febbraio nel 2015 a Ponte di Nanto (nel vicentino) uccise un bandito che aveva dato l’assalto con alcuni complici a una gioielleria. Formaggio ha annunciato di aver preparato degli adesivi da attaccare alle auto, con la richiesta “Grazia per Onichini”. Poi si è fatto fotografare assieme a Stacchio (la cui posizione venne archiviata) con alcuni cartelli. “Serve una mobilitazione generale perché chiunque avrebbe potuto essere al posto di Onichini. Il ladro è libero e Walter è in galera”. Anche Matteo Salvini sembra intenzionato a cavalcare il caso, puntando sul fatto che nel 2019 la legge sulla legittima difesa è cambiata, non prevedendo più la proporzionalità della difesa rispetto all’aggressione subita. I giudici della Corte d’Appello di Venezia e ora anche quelli della Cassazione non hanno ritenuto però di modificare la prima condanna del Tribunale di Padova, anche perchè Onichini, dopo aver ferito l’albanese, lo aveva abbandonato in un campo.
L’avvocato difensore Ernesto De Toni ha fatto visita al macellaio, portandogli alcuni disegni che i figli hanno dedicato al papà in carcere. Il legale ha dichiarato: “Al momento è in isolamento, quindi non ha contatti con gli altri detenuti, ma mi ha detto che teme per la propria incolumità“. Oltre alla visite dei parlamentari è stata annunciata una fiaccolata all’esterno della casa di detenzione di Venezia. Per l’eventuale richiesta di grazia, però, si deve considerare il “semestre” bianco del presidente Mattarella, mentre per l’affidamento in prova ai servizi sociali, bisognerà attendere almeno fino al prossimo anno.