Quasi 500mila firme in neanche sei giorni. Se non è un record poco ci manca quello delle adesioni al referendum sulla legalizzazione della cannabis. In mattinata, durante una conferenza stampa in diretta sul web, il comitato promotore del Referendum Cannabis ha reso noti i risultati della campagna: “Oggi siamo a 491.933 firme, siamo a un soffio dal raggiungimento delle 500mila firme, una soglia psicologica e politica molto importante. Ma non c’è ancora la certezza di aver concluso la raccolta firme” detto Marco Perduca, comunicando il numero di firme raccolta finora.
Non è mancato un passaggio sulle recenti polemiche con ambienti del centrodestra. Perduca, infatti, ha risposto alle accuse di Alfredo Mantovano, che su Il Foglio ha criticato aspramente l’iniziativa referendaria. “Sui giornali iniziano a uscire tante critiche, ma probabilmente, come spesso accade, nessuno ha letto le cose che critica. Addirittura un ex sottosegretario all’Interno ritiene che grazie al referendum si potrà guidare strafatti di coca. Probabilmente è autobiografico in questo suo modo di raccontare le cose. Noi parliamo di tutt’altro” ha detto l’esponente dell’associazione Luca Coscioni. Il riferimento, come detto, è alla paginata pubblicata oggi dal quotidiano diretto da Claudio Cerasa. Tra gli interventi ospitati anche quello dell’ex parlamentare di centrodestra, che ha definito il referendum una frode e sostenuto che l’iniziativa riguarda tutti i tipi di droga. Per questo motivo, a sentire Mantovano, la depenalizzazione porterà alla possibilità di guidare sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, anche di cocaina, e per questo farà naufragare alcune fattispecie di reato, tra cui l’omicidio stradale.
Tornando ai dati del referendum, è interessante l’informazione sottolineata da Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale, durante la conferenza stampa: “Quasi la metà delle persone che ha firmato finora ha meno di 25 anni. Sono quei giovani di cui si sente dire che non importa nulla della politica, che non vogliono partecipare ma che hanno trovato in questa campagna qualcosa di attrattivo. Possiamo continuare a ignorarlo, a credere in una politica paternalistica che sa cosa è meglio per i giovani senza mai chiederglielo, oppure possiamo provare ad ascoltare. Lo dico soprattutto ai grandi partiti che ancora mettono la testa sotto la sabbia”.