Cristina Toncu e il marito Stefan Sirbulet sono tornati in agosto nel paese d’origine dove la procedura costa cinque volte meno che in Italia. Nella clinica di Chisinau l'arresto cardiaco e poche ore dopo la morte. I legali della famiglia attendono di conoscere gli esiti dell’autopsia
Volevano diventare genitori Cristina Toncu, 30 anni compiuti a giugno, e il marito Stefan Sirbulet. Originari della Moldavia, da tanti anni residenti a Chivasso, in provincia di Torino, sono tornati in pieno agosto nel paese d’origine per tentare la procedura di fecondazione assistita. Qualcosa è andato storto: durante l’intervento per il prelievo degli ovociti lei si è sentita male. Era il 26 agosto. E’ morta dopo una settimana di agonia all’ospedale di Chisinau. Ora la famiglia chiede giustizia. Stefan, che si è rivolto ad un pool di legali, ha tenuto anche una conferenza stampa, in Moldavia, chiedendo l’intervento del Ministero della salute moldavo. Si ipotizza la negligenza dei medici che hanno operato la giovane moglie: “Vogliamo capire cosa è successo, fare chiarezza. Cristina stava bene. Lo certificano tutte le analisi”.
La coppia per circa quattro anni ha tentato di avere un figlio. Poi, senza informare parenti e amici, ha deciso di rivolgersi a una nota clinica privata di Chisinau, specializzata nella fecondazione assistita. “Doveva essere una sorpresa”, spiega Stefan. La scelta di tornare in Moldavia è stata dettata anche da motivi di carattere economico: in Italia la stessa procedura costa cinque volte tanto. Cristina lavorava a Chivasso come cake designer in una gelateria del centro; Stefan, invece, è elettricista in una ditta di Mezzi Po, una frazione di Settimo Torinese. Hanno scelto la Moldavia per far quadrare i conti.
Alla clinica di Chisinau, Cristina arriva il 26 agosto per il prelievo degli ovociti: una procedura che sarebbe dovuta durare una ventina di minuti. Invece durante l’intervento qualcosa va storto e le sue condizioni cliniche precipitano. Va in arresto cardiaco ed entra in coma. Quando viene trasferita all’ospedale è già in fin di vita. Di tutto questo il marito verrà avvertito solo ore dopo. Pare che prima dell’intervento l’esito di un elettrocardiogramma avesse generato qualche sospetto nei medici che, però, dopo aver ripetuto l’esame, hanno deciso di procedere ugualmente. “Il medico che ha eseguito la procedura insieme a due anestesisti mi ha detto che l’intervento era riuscito ma che c’era stato un problema, che il cuore di Cristina si era fermato”, ha raccontato il marito in conferenza stampa. Poi la corsa in ospedale, l’angoscia e quella speranza che via via si è spenta fino al 2 settembre quando la giovane cake designer è morta.
Il 5 si sono svolti i funerali. Stefan è rimasto in Moldavia per seguire le indagini. La procura di Chisinau ha aperto un’inchiesta. I legali della famiglia attendono di conoscere gli esiti dell’autopsia. Cristina e Stefan si erano conosciuti 14 anni fa in Moldavia, lei aveva seguito il fidanzato in Italia dove ora vivono anche i suoi genitori e il fratello. Quattro anni fa si erano sposati.