A un mese dall’appello dei sindacati al governo perché rifinanziasse la quarantena Covid per i dipendenti privati, il problema emerso in pieno agosto rimane ancora irrisolto. L’Inps ha esaurito il plafond di 663 milioni a disposizione per compensare chi per dieci giorni (sette se ha completato il ciclo vaccinale) deve rimanere a casa dal lavoro in seguito a contatti con un positivo al coronavirus. A meno che l’azienda non supplisca, il lavoratore ci perde fino a 500 euro netti, secondo calcoli del Sole 24 Ore. Una beffa che ricorda quella andata in scena a marzo dello scorso anno, quando i genitori di bambini e ragazzi in didattica a distanza hanno scopeto che la possibilità di chiedere i congedi parentali era terminata nel dicembre precedente.
In quel caso però l’esecutivo ci ha messo una pezza abbastanza rapidamente, anche se con pochi fondi. Stavolta invece una soluzione non è ancora stata trovata. Il 15 settembre, rispondendo a un’interrogazione del deputato M5s Alessandro Amitrano, la sottosegretaria al Ministero del Lavoro Tiziana Nisini ha detto che “è in corso di avanzata predisposizione da parte del Ministero una proposta normativa da presentare in Parlamento nel corso dell’iter di conversione del decreto-legge n. 111 del 2021, volta a superare le criticità finora riscontrate nell’applicazione dell’articolo 26 del provvedimento Cura Italia”, e “in queste ore sono in corso le interlocuzioni con il Ministero dell’economia al fine di individuare le necessarie nuove risorse per il 2021″. I tempi? “Si auspica che di poter giungere a breve una soluzione positiva”.
Ma è tutt’altro che sicuro che la copertura sarà la stessa garantita per lo scorso anno. Secondo La Stampa l’idea è quella di andare al risparmio garantendo un trattamento economico che non coprirà l’intero periodo di assenza. Per chi non può lavorare da remoto, in smart working, ci sarebbe l’ipotesi di un forfait. La decisione potrebbe arrivare con un emendamento al nuovo decreto green pass o essere rinviata ancora, alla Legge di Bilancio. Resta da vedere se poi la copertura sarà retroattiva. Per i lavoratori “fragili”, la cui assenza dal lavoro è equiparata a ricovero ospedaliero, l’Inps ha erogato le prestazioni per le quarantena fino al 30 giugno ma in luglio è stato esteso fino al 31 ottobre il diritto di svolgere l’attività in smart working.