Secondo la testata tedesca Der Spiegel, l'americana NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) ha avviato una procedura per accertare ulteriori malfunzionamenti dei dispositivi di sicurezza del costruttore giapponese, che ha dichiarato bancarotta nel 2017
Torna l’incubo degli airbag difettosi prodotti dal costruttore giapponese Takata, che proprio a causa dei continui malfunzionamenti dei suoi dispositivi era stato costretto a dichiarare bancarotta nel 2017.
Questa volta è il quotidiano tedesco Der Spiegel a dare la notizia che l’NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration), ovvero il potente dipartimento dei trasporti statunitense, ha aperto un’ulteriore indagine su più di 30 milioni di vetture costruite tra il 2001 ed il 2019 equipaggiate con i suddetti airbag, e dunque a rischio. Si tratta di mezzi di marche di lusso, come pure di costruttori generalisti, che non hanno responsabilità diretta nella vicenda. Si tratta di Porsche, Jaguar Land Rover, Ferrari, Tesla, Bmw, Chrysler, Daimler, Ford, GM, Nissan, Mazda, Subaru e Toyota.
L’ultimo maxi richiamo di auto che montavano airbag Takata risale al gennaio dello scorso anno, quando si scoprì che il nitrato di ammonio utilizzato come esplosivo per l’espansione del cuscino d’aria subiva modifiche a causa di umidità e temperature elevate, provocando di fatto uno scoppio molto più forte. Al punto da “sparare” componenti metalliche nell’abitacolo e ferire i passeggeri. Un primo intervento di richiamo delle vetture in officina, allora, non risolse i problemi
I dettagli della nuova indagine non sono ancora noti, perché in questa fase le autorità federali hanno informato solo le aziende interessate, ma i numeri parlano chiaro: questi 30 milioni di veicoli “sospetti” si vanno a sommare ai ben 67 milioni attenzionati negli ultimi dieci anni, tutti equipaggiati con airbag Takata difettosi. Che, ad oggi, hanno provocato la morte di 25 persone nel mondo.