La prima udienza del processo è stata fissata per il 25 ottobre prossimo. Isabella Internò è accusata di concorso in omicidio del calciatore del Cosenza aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili. In aula non erano presenti né la Internò né la sorella di Bergamini, Donata. Nel corso dell’udienza, l'avvocato Angelo Pugliese, difensore di Isabella Internò, ha chiesto il non luogo a procedere per la propria assistita
Dopo 32 anni si celebrerà un processo per la morte Donato “Denis” Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989 sulla statale 106, nei pressi del Castello di Roseto Capo Spulico. Isabella Internò, l’ex fidanzata Bergamini, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio Isabella Internò. Lo ha deciso il gup di Castrovillari Fabio Lelio Festa accogliendo la richiesta del pm Luca Primicerio. La prima udienza del processo è stata fissata per il 25 ottobre prossimo. Isabella Internò è accusata di concorso in omicidio di Bergamini aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili. In aula non erano presenti né la Internò né la sorella di Bergamini, Donata. Nel corso dell’udienza, l’avvocato Angelo Pugliese, difensore di Isabella Internò, nella sua arringa durata circa tre ore, ha illustrato le tesi della difesa chiedendo il non luogo a procedere per la propria assistita. La famiglia Bergamini era rappresentata dall’avvocato Fabio Anselmo.
Secondo l’accusa il magistrato quella sera la donna “un appuntamento con Donato Bergamini” e, “in concorso con altre persone rimaste ignote, dopo averlo narcotizzato o, comunque ridotto né le capacità di difesa, né cagionava la morte”. Stando a una perizia del 2017 presentata nel corso di un incidente probatorio, infatti, la causa del decesso potrebbe essere un “soffocamento lento”. Forse è stata utilizzata una busta. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia, il corpo, esamine o quasi, sarebbe stato posto sull’asfalto perché fosse investito. Cosa che è avvenuta. Bergamini, infatti, venne travolto da un tir in transito guidato da Raffaele Pisano, di Rosarno, che al termine dell’inchiesta non risulta indagato dalla Procura di Castrovillari. L’uomo, tra l’altro, era stato già processato e assolto dall’accusa di omicidio colposo.