A una settimana di distanza dall’inizio del nuovo anno scolastico, diverse decine di docenti precari e il comitato “Priorità alla scuola” sono tornati a protestare di fronte al Ministero dell’Istruzione a Roma, così come in altre città d’Italia, per denunciare come, “al di là dei proclami del ministro Patrizio Bianchi, il Governo non ha proposto alcuna soluzione concreta ai problemi strutturali che affliggono la scuola da decenni”. Dalla carenza di personale e la mancata stabilizzazione dei precari, passando per l’assenza di spazi e i problemi di edilizia scolastica, fino alle “classi pollaio” e al nodo dei trasporti, “nulla sembra essere cambiato dopo un anno e mezzo di pandemia“, c’è chi spiega, tra i docenti in piazza.
“Sono bastati pochi giorni di scuola per constatare come la didattica a distanza sia ormai entrata nelle attività disciplinari, nonostante le promesse del ministero”, ha attaccato Francesca Morpurgo, di “Priorità alla scuola”. E ancora: “Altro che misura eccezionale per quarantene di singoli e focolai, da Nord a Sud della penisola è diventata strutturale”, ha continuato, precisando come in alcuni casi sia stata “utilizzata per coprire le lacune decennali delle mancanze di spazi” o per “alleggerire il flusso di studenti a scuola”.
“La scuola evidentemente non è davvero una priorità di questo Paese“, c’è chi ha rivendicato nel corso della manifestazione. “Quest’anno è andata peggio degli scorsi anni. La piattaforma digitale per il reclutamento, con il famoso algoritmo del ministero, si blocca di continuo. Mancano soltanto a Roma 2800 docenti e il tempo pieno non riesce a partire”. “In queste condizioni, senza risolvere i problemi strutturali, è chiaro come sia complesso garantire sia la didattica che la sicurezza negli istituti. Non mi sorprende che ci siano già tante classi in quarantena“, conclude un docente precario. Tra le richieste, infine, anche la modifica delle norme sulle quarantene e maggiori sforzi sul sistema di tracciamento.