Dopo il passo in avanti compiuto con l’accordo Aukus tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia per la fornitura di sottomarini a propulsione nucleare a Canberra, Joe Biden sceglie la via della mediazione. Così, dopo giorni di accuse da parte della Francia, che a causa di questa operazione si è vista cancellare una commessa da 56 miliardi di euro, il presidente ha avuto un colloquio con Emmanuel Macron dal quale è nato un comunicato congiunto nel quale Washington ammette che l’operazione sarebbe dovuta avvenire solo dopo un confronto con Parigi. “I due leader – si legge nella nota diffusa dai due Paesi – hanno convenuto che la situazione avrebbe avuto benefici da aperte consultazioni tra gli alleati su questioni di interesse strategico per la Francia e gli alleati europei”. Un segnale di distensione che arriva dopo il colloquio “richiesto da Biden per discutere le implicazioni dell’annuncio del 15 settembre. Il presidente Biden ha espresso il suo continuo impegno su questo fronte”, prosegue la nota. Un chiarimento, quello di oggi, che stempera anche il gelo diplomatico tra Washington e Parigi, con l’ambasciatore francese che dovrebbe tornare nella capitale americana già dalla prossima settimana, dopo essere stato richiamato in patria per colloqui.

Nel comunicato congiunto si aggiunge inoltre che i due leader si incontreranno a Roma in occasione del prossimo G20 anche per continuare a discutere “l’avvio di un profondo processo di consultazioni, teso a creare le condizioni per garantire la fiducia e proporre concrete misure verso obiettivi comuni”.

Anche dall’Unione europea, in giornata, erano arrivati segnali più distensivi rispetto ai giorni precedenti, quando la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, si era schierata dalla parte di Parigi esigendo delle spiegazioni prima di tornare al “business as usual“. “Abbiamo discusso delle implicazioni di Aukus per l’Ue al collegio dei commissari. La presidente ha presentato la sua posizione nei suoi interventi sui media. Siamo solidali con la Francia e consideriamo Usa, Australia e Regno Unito nostri alleati e amici ed è importante che amici e alleati parlino tra di loro, anche di questioni problematiche. Non è stata presa alcuna decisione operativa”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.

Tutto mentre da Londra, invece, trapelava un umore ben diverso, con un Boris Johnson stizzito dalle reiterate accuse mosse da Parigi, nonostante lui stesso abbia definito un “amore inestirpabile” quello tra i due Paesi. Oggi, però, è arrivato a dire: “Il mio messaggio a lui – ha detto scherzando e riferendosi a Macron – é donnez moi un break (dateci un taglio, ndr)”. Aggiungendo poi che Aukus aiuta la sicurezza globale, che non esclude nessuno e che non è ostile alla Cina.

Dopo questa frecciata, Johnson ha comunque ribadito che la Francia resta uno degli alleati “più cari” del Regno Unito, ma ha pure mostrato un certo fastidio per l’insistito furore di Parigi, provando a ridimensionarne le ragioni: “Io penso semplicemente che alcuni dei nostri più cari amici si debbano ora dare una calmata su questo argomento e darci un taglio”. L’Aukus, ha poi rivendicato, “è fondamentalmente un grande passo in avanti per la sicurezza globale. È un accordo fra tre alleati dalla mentalità molto affine che si schierano spalla a spalla per creare una partnership stretta nella condivisione di tecnologie (militari)”.

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