di Michela Lodigiani*

Cos’è che blocca o spaventa le donne nel gestire in prima persona tutto il valore che hanno creato nel tempo grazie al proprio lavoro? Doveroso comprendere le motivazioni.

Per qualcuna la finanza è una materia complessa, tanti paroloni che non permettono ai “non addetti ai lavori” di capire il reale significato; c’è chi pensa di non essere in grado di gestire le proprie risorse, chi invece è avversa anche solo al pensiero o semplicemente la finanza non l’appassiona. Per questi e altri motivi le donne, comunemente o comunque in elevata percentuale, non prendono decisioni in prima persona, ma si affidano alle decisioni di altri: marito, compagno, operatore di banca, legge.

Insomma, sono bravissime a prendere decisioni importanti e delicate al lavoro, come in famiglia, ma rinunciano a farlo con i frutti del loro lavoro. Proviamo per un attimo a fermarci per comprendere le conseguenze del decidere o meno.

Se venissi a mancare, lasciando marito e due figli, nell’ipotesi in cui non si sia pianificato nulla, la legge stabilisce che un terzo va al coniuge e i due terzi ai figli. Quando si prende una decisione, invece, si può stabilire per esempio di privilegiare il figlio disabile; per cui un quarto va al coniuge, una metà ai figli e un ulteriore quarto, la quota disponibile, va di nuovo al figlio da tutelare. Una bella differenza vero?

Ma poi cosa vuol dire finanza? Se vogliamo, pensare a quale università frequenterà tuo figlio, quali saranno i costi da sostenere, è finanza, cioè un obiettivo, un valore economico ben definito e un arco temporale. Quando ragioniamo in termini di investimenti, occorre prima di tutto farlo pensando all’indipendenza economica che ogni donna deve avere, oggi più che mai.

Comprendiamo cosa si può fare per sé e per i propri cari. Se ci sono “pensieri che non fanno dormire la notte”, troviamo soluzioni per mettere a protezione quella situazione, gestire un imprevisto, perché anche qui si aprono scenari opposti tra aver predisposto una protezione e subirlo. Insomma, fare scelte consapevoli, che rendono sereni, confidenti e ancor più motivati ad affrontare con ottimismo il futuro.

Alcune persone talvolta mi chiedono in cosa possono investire. Sicuramente su sé stessi nel chiarire esattamente cosa vogliono; il prodotto è solo il mezzo con cui si andrà a soddisfare i propri obiettivi. Nel mondo che vorrei, mi piacerebbe che questa sia la nuova normalità: più welfare e servizi, affinché più donne possano lavorare, quindi produrre reddito che a sua volta, come un volano, viene investito per produrre altra ricchezza che verrà rimessa in circolo, migliorando le nostre vite.

Vorrei vedere più consapevolezza nel fare scelte, che si sia ben compreso cosa significa essere economicamente indipendenti, avere un mindset infinito che permetterà di creare benessere, per sé, per la famiglia, ma anche per l’intera collettività, come un circolo virtuoso. E fare in modo che si possano compiere scelte più consapevoli senza che altri scelgano per te.

*Sposata, mamma di una bimba di 8 anni e un consulente finanziario. La mia missione è quella di aiutare le donne imprenditrici, manager e lavoratrici a essere più consapevoli nelle loro scelte. Da 20 anni nella finanza, ho capito con chi voglio lavorare, le donne appunto, perché hanno un potenziale enorme da esprimere, e c’è ancora tanto da fare per loro e per il benessere del nostro paese. La mia soddisfazione più grande è proprio quella di vederle serene perché hanno raggiunto la piena consapevolezza di sé anche nelle scelte finanziarie.

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