“Referendum contro il green pass? Non ho moltissimo da dire, tranne che sono posizioni fin troppo sentite e che non meritano di essere a lungo dibattute. Sono opinioni che si scontrano con una realtà assai dura e rilevante, perché nell’ultimo anno ci siamo avvicinati ai 95mila morti. Detto questo, tutto il resto mi sembrano bubbole“. Così, a “L’aria che tira” (La7), Massimo Galli, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, commenta le posizioni di Olga Valente, avvocato di Salerno e tra i promotori del referendum per abrogare il green pass.
L’infettivologo aggiunge: “Anche adesso, nonostante il vaccino, abbiamo ancora parecchi morti, che sono soprattutto, per non dire esclusivamente, persone non vaccinate. L’argomento dei morti non è abbastanza forte? Cos’altro devo contrapporre a determinate posizioni?“.
“Questo attesta l’incapacità da parte del governo italiano di affrontare la situazione”, replica Valente.
“Mi viene un po’ da ridere – ribatte Galli – C’è stata una grande difficoltà dell’intero mondo nell’affrontare una situazione del genere. Non so se lei si è accorta, avvocato: abbiamo una pandemia a livello mondiale di portata estremamente larga e grave. E da parte di tutti i governi non c’è stata una capacità reale di contenimento. Sa quanti casi sono in grado di mettere già in crisi la possibilità di un tracciamento reale? Ne bastano mille, anche in un Paese molto organizzato. Il suo discorso sul tracciamento è fondamentale, ma il tracciamento deve partire dai focolai iniziali di una malattia. La vostra idea di un tamponamento ripetitivo dei lavoratori è una idea che crolla a distanza di pochi giorni, perché non sostenibile non tanto dallo Stato, quanto dagli stessi interessati”.
Interviene a gamba tesa il giornalista Massimo Giletti, ospite in studio: “Professore, l’avvocato dice il tracciamento non va fatto sempre, ma solo quando c’è un rischio alto. Quindi, non si parla proprio di tracciamento generale”.
Galli, a cui si sovrappone anche Valente con la sua replica, risponde, rimbrottando nel contempo la conduttrice Myrta Merlino: “E allora forse l’avvocato ne saprà molto di leggi e di decreti, ma un po’ meno di fatti di ordine epidemiologico. Però, guardate, se sapevo di dover cadere in una situazione come questa, che, secondo me, dà spolvero a posizioni che in questo momento meno hanno spolvero meglio è, facevo a meno di venire“.