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In Germania giro di vite contro i No Vax: non verranno pagati se finiscono in quarantena

Il ministro della Sanità Jens Spahn ha spiegato alla Zdf che "si tratta di equità" nei confronti dei vaccinati: "Perché gli altri dovrebbero pagare perché qualcuno decide di non farsi vaccinare?", ha affermato il politico della Cdu. Solo due Länder - Brema e Turingia - non hanno dato il loro assenso alla stretta. Le misure saranno in vigore al massimo dall'1° novembre

Al più tardi dall’1 novembre chi lavora in Germania e non è vaccinato non riceverà alcun compenso durante il periodo di quarantena. Il ministero federale della Salute e i Länder hanno deciso un perentorio giro di vite nei confronti dei No Vax, uniformando alcune delle misure che erano già state introdotte in diversi territori.

Il ministro della Sanità Jens Spahn ha spiegato alla Zdf che “si tratta di equità” nei confronti dei vaccinati: “Perché gli altri dovrebbero pagare perché qualcuno decide di non farsi vaccinare?”, ha affermato il politico della Cdu. Solo due Länder – Brema e Turingia – non hanno dato il loro assenso alla stretta, astenendosi durante il voto della misura.

Le nuove regole, stando alla Reuters, dovrebbero riguardare sia chi si infetta che chi rientra da Paesi considerati ad alto rischio Covid, tra cui al momento la Germania inserisce anche la Gran Bretagna e ampi porzioni della Francia, oltre alla Turchia. Nel caso di ritorno da questi Stati è prevista una quarantena di 5 giorni per chi non ha ricevuto il vaccino, mentre chi è guarito o ha scelto di vaccinarsi non ha alcun obbligo. I critici hanno sottolineato come la norma è una sorta di “obbligo mascherato”, ma Spahn, come detto, ha parlato di “equità”.

Alcuni Länder avevano di fatto già previsto l’introduzione della norma: dal 15 settembre in Baden-Württemberg, da ottobre in Renania Palatinato e poi in Nord Reno Vestfalia. Le amministrazioni, in autonomia, avevano stabilito lo stop al versamento di un indennizzo in caso di quarantena, una misura che finora si stima sia costata fino a 600 milioni di euro. Erano arrivate critiche soprattutto dalla AfD, ma per gli esperti dal punto di vista legale non ci sono dubbi sulla legittimità del provvedimento.