Dopo la polemica sui social, il direttore del Museo di Messina ha replicato con una nota chiarendo perché il comportamento dei suoi dipendenti è stato legittimo: "Siamo un servizio pubblico, rispettiamo le norme, le applichiamo e le facciamo rispettare a chiunque. Che si chiami Red Ronnie o meno"
Polemica di Red Ronnie contro l’obbligo di esibire il Green Pass per accedere ai luoghi della cultura. Il conduttore e critico musicale ha raccontato sui social quanto gli è successo nelle scorse ore al Museo di Messina, spiegando che lui e l’amico Fabio Di Bella sono stati respinti all’ingresso perché lui si è rifiutato di mostrare il suo certificato verde pur essendone in possesso, con fare volutamente provocatorio. “Non ci hanno fatto entrare al Museo di Messina – ha esordito Red Ronnie – Fabio voleva portarmi a vedere i due quadri di Caravaggio. All’ingresso ci hanno chiesto di esibire il ‘Pass-Verde’, io ce l’avevo, perché ho fatto il tampone il giorno prima per prendere l’aereo, ma non intendevo mostrarlo perché la Costituzione ritiene lo stato di salute di un cittadino un dato sensibile protetto dalla privacy”. Poi l’affondo: “Ho detto anche che avrei firmato una dichiarazione dove asserivo di avere lo ‘Skif-Pass’, ma non avrei accettato la scannerizzazione. Impedire di godere della cultura è un obiettivo primario di questo regime. È un sopruso chiedere il ‘Green-Pass‘ Il direttore non mi ha voluto ricevere, ma noi resistiamo”.
Lo stesso direttore, Orazio Micali, ha poi replicato con una nota a Red Ronnie, chiarendo perché il comportamento del Museo è stato legittimo: “Siamo un servizio pubblico, rispettiamo le norme, le applichiamo e le facciamo rispettare a chiunque. Che si chiami Red Ronnie o meno. Con rammarico mi trovo a commentare un’azione che ritengo premeditata e con finalità tutt’altro che onorevoli. Il signor Ronnie si è avvicinato alla biglietteria senza mascherina, rifiutandosi di metterla, così come gran parte dei suoi accompagnatori. E poi si è rifiutato di esibire il Green Pass. Si è creata una situazione che definisco imbarazzante, in quanto il signor Ronnie si è poi rifiutato di lasciare l’area, creando solo disagi e mancando di rispetto ai visitatori e a chi stava in quel momento lavorando. Poi è andato via, ma nel frattempo abbiamo chiesto l’intervento della polizia che ha subito acquisito tutte le nostre dichiarazioni – ha concluso -. Ci tengo a ribadire che il Museo è un luogo di cultura e di culture, di pensieri e dialettiche. Un luogo che vanta opere di artisti e geni che hanno anche manifestato il loro dissenso attraverso l’arte. Perché è giusto manifestare il proprio pensiero, ma con gli strumenti adeguati e rispettando il pensiero e l’opinione altrui”.