La Commissione può ora deferire di nuovo l’Italia alla Corte di giustizia, ma stavolta chiedendo multe e sanzioni per non aver rispettato il provvedimento della Corte di giustizia dell'Ue del 2019. Al centro la proroga della concessione a Società Autostrada Tirrenica
La Commissione Europea ha messo in mora l’Italia perché a due anni dalla sentenza con la Corte di giustizia dell’Ue, prorogando la durata della concessione di Società Autostrada Tirrenica, “sembra che non abbia ancora adottato misure per garantire una tempestiva esecuzione” del procedimento che riguardava la corretta attuazione delle norme Ue in materia di appalti pubblici e contratti di concessione.
La Commissione può quindi ora deferire di nuovo l’Italia alla Corte di giustizia, ma stavolta chiedendo multe e sanzioni per non aver rispettato la sentenza del 2019. La procedura contro l’Italia sulle concessioni autostradali ha inizio nel 2014, poiché secondo il diritto dell’Ue la proroga di un contratto equivale a una nuova concessione, che può essere aggiudicata solo mediante una procedura di gara.
L’Italia – ad avviso di Bruxelles – ha quindi violato la direttiva 2004/18/CE e nonostante la sentenza non avrebbe adeguato il proprio modus operandi con la proroga della concessione a Società Autostrada Tirrenica, titolare della Livorno-Rosignano Marittimo sull’Autostrada A12 e del tratto Livorno-Civitavecchia fino al 2046. La società è controllata da Autostrade per l’Italia S.p.A. che detiene oltre il 99%, mentre Sat e Provincia di Viterbo detengono delle partecipazioni minime del capitale azionario.