“Il massiccio uso di cocaina lo ha distaccato dalla realtà fino a fargli vivere una doppia vita” e per questo don Francesco Spagnesi “ha detto che vuole disintossicarsi, che vuole iniziare un percorso e per questo già nei prossimi giorni riceverà una visita del personale del Sert”. A parlare è l’avvocato Federico Febbo, il legale che difende assieme alla collega Costanza Malerba il sacerdote arrestato lo scorso 14 settembre a Parto per traffico di droga e appropriazione indebita. Dalle indagini è emerso che il prete, ora ai domiciliari, avrebbe acquistato cocaina con le offerte date dai parrocchiani per aiutare le “famiglie bisognose che erano cadute in povertà durante il periodo della lotta al Covid”.
Con la scusa di chiedere denaro per aiutare i meno fortunati a superare la crisi economica dovuta al Covid, il religioso invece avrebbe incassato in tutto alcune decine di migliaia di euro in contanti, denaro poi usato per l’acquisto dello stupefacente. Non solo, il prete domandava ai fedeli anche di versare i soldi su una carta prepagata a lui intestata. Due querele per truffa, a questo riguardo, sono giunte in Procura da parte di altrettante persone nelle ultime ore. Secondo quanto spiegato dal suo legale, avvocato Federico Febbo, in occasione dell’interrogatorio davanti al giudice, il prete ha consegnato un elenco dei parrocchiani così danneggiati, con le relative cifre delle offerte date da ciascuno, affermando di volerli risarcire. Ad aprile la Curia gli aveva inibito l’accesso al conto della parrocchia, insospettita dalle ingenti spese per un totale di oltre 200.000 euro nel corso degli anni, che avevano praticamente prosciugato le casse.