Sono più di un milione gli italiani che hanno sottoscritto il Referendum Eutanasia Legale, a due settimane dalla consegna delle firme in Corte di Cassazione, prevista l’8 ottobre. L’obiettivo delle 500mila firme necessarie per il deposito è stato dunque raddoppiato, come si legge nel comunicato ufficiale del comitato promotore. Sono 640.621 le firme cartacee raccolte ai tavoli in tutta Italia e 372.000 quelle online, tramite firma digitale. Lo annuncia Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni. È stata completata la certificazione della soglia minima richiesta da consegnare in Cassazione: sono infatti 513.540 le firme già corredate di certificato di iscrizione nelle liste elettorali e dunque pronte per il deposito (311.540 cartacee e 202.000 digitali). Il lavoro per la certificazioni delle altre firme raccolte continua fino alla data del deposito. Poche ore fa è arrivata inoltre la notizia che il testo della proposta di legge sarà esaminato dalla Camera il 25 ottobre.
“Un risultato straordinario”, ha commentato Gallo, “che arriva esattamente 15 anni dopo la lettera di Piergiorgio Welby al Presidente Giorgio Napolitano per chiedere l’eutanasia. Ebbene, da quel momento, il Parlamento non è riuscito a riunirsi neppure un momento per discuterne. Il referendum sull’eutanasia legale è l’unico strumento che abbiamo a disposizione dopo tanto tempo per affermare il principio di autodeterminazione della persona e garantire la possibilità di decidere il proprio fine vita. Senza le discriminazione che oggi ancora esistono”, ha concluso Filomena Gallo. “Ieri Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, si è recata a Montecitorio per ricordare ai parlamentari il tempo trascorso senza rispettare né il richiamo del Presidente Napolitano, né le sentenze della Consulta e nemmeno la minima discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita. Quel silenzio inaccettabile è continuato per 15 anni. Un milione di firme per il Referendum su Eutanasia legale è la risposta più chiara e forte a quel silenzio“, sottolinea su Facebook l’Associazione Luca Coscioni.