Il rifinanziamento della quarantena per i lavoratori entrati in contatto con persone positive al Covid non sarà approvato in Consiglio dei ministri giovedì pomeriggio come invece era stato ipotizzato nelle scorse ore. Lo scrive l’Ansa, citando qualificate fonti di governo secondo le quali sul tavolo del Cdm ci sarà solo, come confermato dal premier Mario Draghi, il decreto per il taglio delle bollette energetiche. Mentre non è previsto l’esame né della norma sulla quarantena né di altri interventi come quello sulle cartelle esattoriali.
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in un’intervista a Rainews24 aveva detto che il rifinanziamento per il 2021 arriverà e dovrebbero essere stanziati 900 milioni. L’Inps a inizio agosto aveva fatto sapere di non poter più – già dall’inizio del 2021 – riconoscere l’indennità di malattia ai lavoratori in quarantena Covid causa esaurimento dei fondi. I sindacati hanno chiesto al governo di intervenire, ma per ora senza risultati. Senza quell'”ombrello” chi è costretto a trascorrere in casa 10 giorni (sette se ha completato il ciclo vaccinale) perde fino a 500 euro netti, secondo calcoli del Sole 24 Ore.
Le aziende infatti non sono tenute a coprire di tasca loro il mancato riconoscimento delle prestazioni Inps: possono farlo, ma in generale, se il dipendente non può lavorare è lui a rimetterci. E la stangata ha effetto retroattivo, dall’inizio del 2021. Il tutto vale solo per i dipendenti privati, con l’eccezione – solo fino al 30 giugno – di quelli “fragili” per cui lo scorso dicembre è stato disposto uno stanziamento aggiuntivo. “Salvi” i dipendenti pubblici: sulla base del decreto Cura Italia la loro quarantena è equiparata a ricovero e dunque ha retribuzione piena, senza limiti di spesa.