Carles Puigdemont è di nuovo libero, anche di lasciare l’Italia. La Corte d’Appello di Sassari ha deciso per la scarcerazione senza alcuna restrizione: il leader catalano può partire nonostante l’udienza per decidere l’estradizione in Spagna sia stata fissata per il 4 ottobre. Nel caso non si presentasse e non fosse nemmeno su territorio italiano, come probabile, la corte dovrà archiviare il caso con un non luogo a procedere.

“La Spagna non perde occasione per mostrarsi ridicola!”, ha twittato Puigdemont appena uscito dal carcere. Assediato dalla stampa e accolto dall’ovazione di un centinaio di sostenitori sardi e indipendentisti catalani che si trovano in Sardegna per lo stesso evento che lo ha portato sull’isola, la festa internazionale della cultura popolare catalana Adifolk, l’ex president non ha rilasciato dichiarazioni e si è limitato a un cenno di saluto prima di salire in macchina con il presidente della Regione, Christian Solinas, e il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, diretti ad Alghero.

Nelle ore precedenti la giudice della Corte d’Appello di Sassari, Plinia Azzena, aveva stabilito che l’arresto dell’ex presidente catalano, sul quale dove è in corso un procedimento giudiziario per la dichiarazione di indipendenza della Catalogna nel 2017, non è illegale. Accogliendo la richiesta della procuratrice generale Gabriella Pintus, la giudice ha però stabilito che non c’è motivo di applicare a carico del leader indipendentista alcuna misura cautelare, ma aveva fatto eccezione per l’obbligo di rimanere in Sardegna in attesa della decisione sull’estradizione. Il Tribunale Supremo spagnolo ha infatti già inviato al tribunale sardo la richiesta relativa all’estradizione dell’ex presidente catalano, arrestato nella serata di giovedì all’aeroporto di Alghero, dove il leader indipendentista si era recato per partecipare ad una serie di incontri. Dopo aver ricevuto la comunicazione ufficiale dell’arresto, il giudice istruttore Pedro Llarena ha chiesto al rappresentante in Spagna di Eurojust (unità di cooperazione giudiziaria dell’Ue) di rimettere al tribunale italiano sia il mandato di cattura emesso il 14 ottobre 2019 che le questioni pregiudiziali poste al tribunale generale dell’Ue, specificando che il mandato di cattura “è attualmente in vigore”. Tutto mentre oggi era attesa la presenza con relative dichiarazioni del leader catalano di fronte ai giudici del tribunale di Sassari, ma il suo legale ha chiesto che la seduta sia rimandata a domani.

“È evidente che Carles Puigdemont deve presentarsi e mettersi a disposizione della giustizia”, aveva affermato in mattinata il premier spagnolo Pedro Sánchez dall’isola di La Palma, dove si trova per l’emergenza dell’eruzione vulcanica in corso. Incalzato dai giornalisti, il leader socialista si è limitato a ricordare che nel 2017 a Madrid c’era un altro governo (quello del popolare Mariano Rajoy), a ribadire che il suo esecutivo “rispetta” le decisioni della magistratura e a sottolineare in questa fase cruciale per il Paese che “il dialogo con la Catalogna è più necessario che mai”. Soprattutto per la sopravvivenza del suo governo. Intanto, centinaia di persone si sono riunite sotto la sede del consolato italiano a Barcellona per protestare contro l’azione delle forze dell’ordine, mentre il Consiglio della Repubblica catalana ha convocato una manifestazione per domenica alle 12, come annunciato dall’indipendentista catalano ed eurodeputato Toni Comin.

Dal suo entourage trapela comunque fiducia, visto che il suo avvocato, Gonzalo Boye, parlando a Cadena Ser ha assicurato che “Puigdemont è molto tranquillo. Crediamo che le autorità giudiziarie lo rimetteranno in libertà, è la quarta volta che succede”. Il legale ha aggiunto che l’ordine di arresto della Corte Suprema spagnola “non è eseguibile”. Boye, che si trova a Sassari, ha poi riferito che “c’erano poliziotti spagnoli tra quelli che lo hanno arrestato e che non c’è stato un controllo alle frontiere, sono andati direttamente ad arrestarlo”. Versione però smentita dall’esecutivo di Madrid. Tenendo conto di tutti questi fattori, già oggi presenterà il ricorso al tribunale generale dell’Ue per chiedere di revocare la sospensione dell’immunità parlamentare.

L’avvocato su Twitter aveva già spiegato che il leader indipendentista si stava recando in Sardegna “come eurodeputato”. Il suo arresto, sostiene, è avvenuto “in base ad un ordine di arresto internazionale del 14 ottobre 2019 che, per imperativo legale – secondo lo statuto della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – è stato sospeso”.

Il legale aggiunge che “nella risoluzione del 30 luglio del Tribunale dell’Ue che avallava la revoca dell’immunità parlamentare per Puigdemont, la Spagna aveva garantito che nessun Paese avrebbe eseguito un mandato d’arresto di questo tipo”. Nella stessa delibera, aggiunge ancora Boye, “il Vicepresidente del Tribunale aveva indicato che, ove necessario, si sarebbe chiesta una nuova misura cautelare”. Secondo fonti giuridiche consultate da El País, l’ordine di arresto è invece ancora in vigore.

Dal canto suo, la Commissione europea si tira fuori dalla questione sottolineando di aver “appreso dai media la notizia dell’arresto di Carles Puigdemont. È una questione che riguarda le autorità giudiziarie e noi rispettiamo la loro indipendenza”, come spiegato da uno dei portavoce nel corso del consueto midday briefing.

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