Musica

Concerti e spettacoli, la grande ipocrisia. Gli organizzatori di live firmano un manifesto comune a Draghi: “Capienza piena come negli altri Paesi o sarà sciagura. Vogliamo un piano entro il 31 ottobre”

Mentre Franceschini parla solo di cinema e teatri, per i live la linea della prudenza massima prevale non solo nel Governo ma anche nel Comitato Tecnico Scientifico. L'ipotesi di riaprire al 100% eventi e concerti con Green Pass e mascherina indossata sembra lasciare il passo ad una riapertura graduale. Le agenzie: "Il nostro settore dal 2020 è completamente fermo, mentre all'estero si sono già fatti test”. I lavoratori dello spettacolo lanciano un grido d'aiuto: “La ripartenza non è mai avvenuta”. Oggi conferenza stampa a San Siro

Sono ore concitate per tutto il settore dello spettacolo mentre le agenzie live italiane sono sul piede di guerra: “Settore fermo, siamo a rischio sciagura”. Oggi nel pomeriggio i promoter incontreranno la stampa con un appuntamento simbolico allo Stadio San Siro di Milano, sede storica dei più grandi eventi musicali, per “comunicazioni urgenti e importanti”. E proprio stamattina è stato pubblicato su alcuni quotidiani un grande manifesto con un appello “per sollecitare una posizione chiara e risolutiva per la sopravvivenza e il rilancio del settore della musica live nel nostro Paese, indirizzato” al premier Draghi e i ministri di Sanità, Cultura, Lavoro e Sviluppo economico per allentare i protocolli per i concerti dal vivo, consentendo le capienze al 100%, senza distanziamento, grazie allo strumento prezioso del Green Pass e con le mascherine indossate: “Un piano condiviso da formalizzarsi entro il 31 ottobre”. Argomentato anche da quanto accade in altri paesi: “Come Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Inghilterra, Israele, Lettonia, Lituania, Olanda, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria dove hanno già completamente aperto. E altri come Irlanda, Portogallo e Svezia, dove hanno già fissato la data di riapertura, tornando alla situazione di normalità pre-Covid”.

Quindi, nell’appuntamento di San Siro, i promoter ribadiranno la linea: un appello senza sconti ai vertici delle Istituzioni italiane per sensibilizzare su un tema preciso: allentare i protocolli per i concerti dal vivo consentendo le capienze al 100%, grazie allo strumento prezioso del Green Pass e con le mascherine indossate. Si attende entro il 30 settembre il Comitato Tecnico Scientifico che, su spinta dei ministri della Cultura Franceschini e della Salute Speranza, potrà proporre soluzioni concrete per nuovi protocolli per assistere agli spettacoli. Se da un lato Franceschini ha più volte ribadito il suo orientamento per la capienza piena, più prudente è apparso Speranza. Tutto questo avviene mentre i tour nei club e nei palazzetti vengono rimandati, per l’ennesima volta, al 2022. Per citarne alcuni è successo con i Negramaro, Mahmood, Pinguini Tattici Nucleari, Cosmo e Fiorella Mannoia. E tutti loro nel corso delle ultime settimane hanno fatto a più riprese appelli per sensibilizzare sul tema, insieme a molti altri colleghi come – per citarne solo alcuni – Vasco Rossi, Fedez, Marracash, Il Volo, Emma, Ermal Meta, Salmo (protagonista questa estate a Olbia di un concerto, a sorpresa, davanti a 2mila persone che ha scatenato polemiche e ha sollevato la questione capienze), Alessandra Amoroso, Cosmo (aveva proposto di fare un “esperimento” con i suoi concerti a inizio ottobre, ma il suo appello è rimasto inascoltato).

L’orientamento del Governo, ma si suppone anche del Comitato Tecnico Scientifico, pare sia quello di procedere per gradi. “Il Governo ha preso un impegno preciso e il 30 settembre ci sarà una valutazione: – ha spiegato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a Un giorno da pecora – credo che ci saranno le condizioni per procedere a un ampliamento delle capienze per teatri e cinema. Credo ci possa essere una tappa intermedia sull’aumento che può prevedere un 75-80% per poi guardare nelle prossime settimane all’obiettivo del 100%”. Dello stesso avviso anche le Regioni e le Province autonome che al Governo – come ha dichiarato il presidente Frediga del Friuli-Venezia Giulia – hanno chiesto di “superare gli attuali limiti di distanziamento ed arrivare in fissare dal mese di ottobre un limite di capienza all’80% nei luoghi destinati allo spettacolo dal vivo. L’obiettivo è quello di arrivare in un breve arco temporale, se la curva epidemica darà indicazioni positive, ad una capienza al 100%”. Di diverso avviso il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che dopo le polemiche da parte di molti artisti per le centinaia di persone assembrate per i suoi comizi, attraverso un video sui social ha risposto che è giusto ripartire al 100% e non all’80%. Insomma, dalla politica manca sicuramente una indicazione unitaria.

Dunque, l’intenzione è quella di archiviare e superare definitivamente gli attuali rigidi protocolli. Al momento in zona bianca la capienza consentita non può essere superiore al 50% di quella massima autorizzata all’aperto e al 25% al chiuso nel caso di eventi con un numero di spettatori superiore rispettivamente a 5.000 all’aperto e 2.500 al chiuso, tranne per alcune deroghe come quella per l’Arena di Verona con 6mila ingressi consentiti. In zona gialla invece la capienza consentita per gli spettacoli dal vivo non può essere superiore al 50% di quella massima autorizzata. Massimo 2.500 spettatori all’aperto e 1.000 al chiuso.

FRANCESCHINI: “CONDIZIONI PER SUPERARE LIMITI CAPIENZE”
Se da un lato il ministro della Cultura Dario Franceschini, in cabina di regia, ha cercato di spingere per una soluzione a capienza piena prima possibile, spinto anche da alcune Regioni e Comuni d’Italia, dall’altra il ministro della Salute Speranza – appoggiato dal premier Mario Draghi – ha tentato di spegnere gli entusiasmi, passando la palla al Comitato Tecnico Scientifico. “Nell’ultimo decreto abbiamo indicato il 30 settembre come termine entro cui il Comitato Tecnico Scientifico dovrà esprimersi sull’ipotesi di aumentare la capienza in teatri, sale cinema e musei. Il Green Pass funziona anche in luoghi dove ci sono molte persone insieme – ha dichiarato Franceschini – I teatri e i cinema sono posti sicuri dove vige l’obbligo di mascherina e di accesso con il certificato verde. Insisterò affinché si possa evitare di rispettare il distanziamento di un metro proprio alla luce di questi due elementi. Del resto, avviene già in molti altri luoghi, come il trasporto pubblico o le feste private”. Franceschini è stato convocato ieri dal Cts per un confronto sul tema: “La mia posizione – ha aggiunto il ministro – è nota, è formale, ed è contenuta in lettere che ho indirizzato al presidente del Consiglio e al ministro della Salute. Credo che, alla luce delle regole che hanno tolto molte misure in altri settori in cui le persone sono molto vicine nelle attività normali, in presenza di mascherine, Green Pass, di controlli all’ingresso dei teatri, dei cinema o dei musei, ci siano le condizioni per superare i limiti di capienza sia all’aperto sia al chiuso”.

BAULI IN PIAZZA: “LA RIPARTENZA NON È MAI AVVENUTA”
Sul piede di guerra anche l’Associazione senza scopo di lucro Bauli In Piazza, formata da professionisti di musica, spettacolo ed eventi in gravi difficoltà dopo il blocco totale o parziale degli eventi. “La ripartenza non è mai avvenuta”, denunciano 29 diverse associazioni di lavoratori dello spettacolo tra cui Bauli In Piazza nel documento “Nessuna giornata storica”. “L’intero settore degli eventi e dello spettacolo fortemente colpito dalla pandemia, non accenna a uscire dalla crisi, costringendo molti professionisti e professioniste a cambiare lavoro o a vivere in condizioni di estrema difficoltà. – continua il documento – Con l’avvento dell’estate, i mezzi di comunicazione hanno raccontato di una ‘ripartenza’ in realtà mai avvenuta se non per un numero limitato di eventi e per i grossi festival che sopravvivono grazie ai fondi pubblici. Dietro questa narrazione superficiale e poco aderente alla realtà, che è stata l’alibi per limitare i sostegni emergenziali, si nascondono all’opinione pubblica compensi inadeguati, condizioni di sicurezza precarie, spettacoli e concerti annullati, colleghe e colleghi che non hanno ancora avuto la possibilità di tornare alla professione. Il governo ha annunciato da mesi una svolta epocale per quanto riguarda il welfare e l’imminente riforma del nostro settore. Ancora una volta con grande clamore mediatico, i social del Ministero della cultura e, a seguire, varie testate giornalistiche hanno titolato ‘Una giornata storica per il mondo dello spettacolo’. Invece, non solo non siamo entrati nella Storia, ma non è stato pure considerato l’allineamento della Risoluzione Europea del 2007, richiesto da molti gruppi presenti ai tavoli ministeriali”. Le proposte delle associazioni sono precise e vanno dallo sportello per facilitare l’assunzione diretta dei lavoratori dello spettacolo all’accesso per la disoccupazione fino alla prosecuzione dell’erogazione delle indennità Covid-19.

LE AGENZIE LIVE: “CAPIENZE PIENE SE NO SARÀ SCIAGURA”
Roberto De Luca per Live Nation Italia, Ferdinando Salzano di Friends And Partners, Clemente Zard di Vivo Concerti, ma anche i titolari di diverse agenzie live indipendenti sono preoccupatissimi. “A breve arriverà una comunicazione su una posizione importante delle agenzie live e degli artisti. L’autunno dei concerti si salva con il Green Pass e capienza piena che ci siano posti in piedi o seduti e con obbligo mascherina e temperatura. Se non sarà così sarà una sciagura per tutto il settore”, ci aveva raccontato Salzano durante un incontro a margine dei Seat Music Awards a Verona. L’appuntamento è allo Stadio San Siro con tutte le agenzie raccolte sotto Assomusica e non per un appello importante. C’è da scommettere che la proposta sarà una sola: capienze piene con Green Pass in mano e mascherine indossate. Nessuno spazio per altre soluzioni, come ci aveva confidato Clemente Zard: “Non credo ci sia da far test, in tutta Europa si sono già fatti. Andiamo avanti”.