“Con i soldi compriamo auto e andiamo in vacanza”. Nell’ordinanza di custodia cautelare con cui è stato disposto l’arresto di Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, e Mirto Milani, il fidanzato di Silvia, per l’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa 55enne di Temù (Brescia), scomparsa l’8 maggio e ritrovata cadavere, si individua nei soldi e nell’appropriazione di un patrimonio, fatti di terreni e fabbricati, il movente del presunto matricidio. Dopo la scomparsa della donna il 26 maggio secondo quanto si legge nell’ordinanza “le sorelle Zani e Mirto Milani Mirto avevano già concluso una trattativa per la locazione di un appartamento a Temù. Inoltre, un’intercettazione telefonica documentava come le sorelle Silvia e Paola, a venti giorni di distanza dalla scomparsa della madre in circostanze misteriose, già si congratulavano l’un l’altra per i soldi che di lì a breve avrebbero incassato, riuscendo a dare un anticipo per una nuova vettura e probabilmente e anche ad andare in vacanza”.

“Dille sì..signora c’è il parcheggio gratuito e disponibile tutti i giorni senza nessun problema… dobbiamo mettere un po’ più foto..” dice Paola Zani alla sorella nella conversazione captata dagli investigatori. E Silvia risponde: “cioè già soltanto con quella paghiamo l’anticipo per un auto nuova (…) eh eh eh (ride, ndr)., poi cazzo 900 euro…troppo figo (…) però.. cosa più importante…così almeno quella settimana lì poi scappiamo…che possiamo praticamente andare in vacanza”.

Le due sorelle e il giovane secondo il giudice per le indagini preliminari hanno premeditato con “efficienza criminale” e “non comune freddezza” l’assassinio della donna. E proprio il giovane, 27 anni, studente universitario residente in provincia di Bergamo, stando a un’altra intercettazione agli atti avrebbe fatto “ricerche su come uccidere gente e crimini perfetti”. Stando alle indagini “nel corso di una conversazione registrata il 7.07.2021 tra Paola Zani ed un’amica, la prima, interrogata dalla conoscente circa quello che sarebbe potuto “uscire” dai computer sequestrati presso la loro abitazione, si mostrava preoccupata in quanto “szz un canale di “crime” Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture”, asserendo che anche la sorella Silvia e lei stessa risultavano iscritte ad un canale di Youtube denominato “troucrime” a dire della stessa indagata avente contenuto “informativo”.

“Ho sempre avuto l’impressione che tutti, sia Mirto che le mie nipoti, siano troppo attaccati al denaro” aveva detto Marisa Cinelli, l’anziana madre di Laura Ziliani, ai carabinieri lo scorso 17 giugno mentre erano in corso le indagini sull’omicidio della donna. “Io non credo che mia figlia si sia smarrita nel bosco, continuo ad avere il dubbio che nemmeno sia uscita dalla sua abitazione la mattina dell’8 maggio 2021, è il mio cuore di mamma che lo dice”.

Il gip sottolinea nell’ordinanza che gli indagati consegnarono cellulari resettati il 22 luglio. Una circostanza che rendeva “gli stessi del tutto inservibili a fini investigativi”. Silvia Zani aveva quindi dichiarato di non averlo fatto prima perché pudore rispetto “all’idea che altre persone potessero vedere foto e conoscere dati della mia vita privata“. Paola giustificava invece il reset sostenendo di provare vergogna all’idea “che altre persone potessero venire a sapere che ho una relazione con il fidanzato di mia sorella Mirto Milani” scrive il gip. Ma queste giustificazioni sulla privacy per il gip “non valgano a giustificare il contegno serbato dalle sorelle Zani e da Milani in un’epoca in cui gli stessi avevano ormai avuto contezza di essere indagati per l’omicidio di Laura Ziliani: tale circostanza avrebbe infatti reso del tutto recessivo il loro pur legittimo interesse alla riservatezza rispetto alla necessità di allontanare da sé i sospetti per un delitto di siffatta gravità” si legge nell’ordinanza.

“Siamo davanti ad un quadro indiziario. Quattro mesi e mezzo di investigazioni serrate hanno portato però a ribaltare la versione originaria quella della scomparsa e della morte naturale” ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete, commentando gli arresti delle due figlie di Laura Ziliani e del fidanzato della maggiore. “Naturalmente il condizionale si impone nel senso che non abbiamo alcuna certezza. La nostra è un’ipotesi che al momento riteniamo fondata grazie anche al contributo che ha dato l’Istituto di medicina legale di Brescia che ha individuato delle tracce di sostanze che probabilmente hanno determinato la causa della morte o contribuito alla sua determinazione” ha aggiunto il procuratore capo di Brescia. Nel corpo di Laura Ziliani sono state trovate tracce di benzodiazepine.

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